M.C. Goodwin - Death Quit

sabato 16 gennaio 2021

Chavela Vargas - La Llorona







La Llorona: la leggenda messicana della donna che piange

La Llorona è uno spettro del folclore dell'America Latina che, secondo la tradizione orale, si presenta come un'anima in pena di una donna che ha ucciso o perso il figlio, e che è alla vana ricerca di esso. Le sue agghiaccianti urla spaventano coloro che la vedono o la sentono. Mentre la leggenda ha molte varianti, a seconda del paese, i fatti centrali sono sempre gli stessi.

Il Messico è il paese in cui è più radicata questa leggenda. Secondo la tradizione messicana, la leggenda della Llorona nacque dove oggi è Città del Messico.

Esistono due versioni. 
La prima, la più conosciuta e diffusa in Messico, racconta che c’era una donna indigena – meticcia in alcune versioni - che aveva avuto un amore con un gentiluomo spagnolo. Come risultato di questa relazione nacquero dei bambini, che la madre amava, se ne prendeva cura e proteggeva. Quando la donna chiese al gentiluomo d’avere una relazione formale, lui la schivò, forse per paura di cosa potesse pensare la gente. Dopo un po' di tempo la donna lasciò l’uomo e lui si sposò con una donna spagnola dell’alta società. Quando la donna se ne rese conto, ferita e disperata, uccise i suoi figli annegandoli nel fiume o accoltellandoli, secondo altre versioni della leggenda. Dopo si suicidò perché non sopportava la sua colpa. Da quel giorno si ascolta il grido pieno di dolore della donna nel fiume dove si è tolta la vita. Quando venne costituito lo stato del Messico, venne dichiarato il coprifuoco alle undici di sera e nessuno poteva uscire di casa. A quanto si diceva si ascoltava un lamento vicino alla piazza della Patria, e se ci si affacciava alla finestra per vedere chi chiamava i suoi figli con tanta disperazione, si vedeva una donna magra, vestita tutta di bianco, che scompariva tra le strade.

La seconda versione, che precede la prima, è poco conosciuta, sebbene sia una delle più vecchie di tutte le leggende della Llorona. Raccontano che prima dell’arrivo degli spagnoli in Messico, la gente che abitava la zona del lago di Texcoco poteva sentire, durante la notte, i lamenti della donna che stava vagando per sempre, lamentando la morte di suo figlio morto insieme a lei durante il parto. La chiamavano Chocacíhuatl e suo figlio e i loro teschi galleggiava nell’aria senza carne e separati dai corpi, inseguendo qualsiasi viaggiatore che fosse intrappolato dal buio della notte. Se qualche mortale vedeva queste cose, poteva essere sicuro che sarebbe stato sfortunato o morto. Questa entità era una delle più temute del mondo nahua prima dell’arrivo degli spagnoli.





2 commenti:

cristiana marzocchi ha detto...

Conosco la Vargas e so a memoria la canzone

μί ha detto...

i love this song