Jan van Eyck - Diptych Crucifixion (Right Detail)(1430-40)

giovedì 6 aprile 2017

La guerra di Corea



La guerra di Corea fu il conflitto combattuto nella penisola coreana dal 1950 al 1953. Essa determinò una delle fasi più acute della guerra fredda, con il rischio di un conflitto globale ed il possibile utilizzo di bombe nucleari.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale la Corea si trovò divisa in due sulla linea del 38° parallelo: al Nord la Repubblica democratica popolare di Corea già zona di occupazione sovietica; al Sud la Repubblica di Corea, zona americana, con orientamenti politico-economici opposti.

La guerra scoppiò nel 1950 a causa dell'invasione della Corea del Sud da parte dell'esercito nordcoreano. I Coreani del sud, guidati dal capo autoritario Syngman Rhee, richiesero l’aiuto degli Stati Uniti che forzarono l’intervento ONU dando inizio così alla sanguinosa guerra che durerà fino al 1953.

Il comando della forza internazionale varata dall’ONU e composta da 18 paesi, con una massiccia egemonia degli USA, fu affidato al generale statunitense D. McArthur. Le forze sudcoreane riuscirono con l’appoggio americano a conquistare quasi tutta la penisola, costringendo, dopo la presa di Pyŏngyang, il governo nordcoreano a ritirarsi. In novembre intervenivano a sostegno dei nordcoreani le truppe cinesi, dando luogo a una massiccia controffensiva. Pyŏngyang venne riconquistata e nel gennaio 1951 cadde la stessa Seoul, poi ripresa dalle forze ONU. Alla fine di marzo il fronte era di nuovo sul 38° parallelo. Le preoccupazioni suscitate dalla condotta militare di McArthur, che intendeva estendere il conflitto alla Cina senza escludere l’uso dell’arma atomica, indussero Truman a sostituirlo con il gen. M.B. Ridgway, mentre due successive offensive delle forze cinesi e nordcoreane si conclusero senza successo. Trasformatosi il conflitto in guerra di posizione, si impose l’apertura di trattative fra i rappresentanti cinesi, nordcoreani, sudcoreani e statunitensi, che si conclusero con l’armistizio di Panmunjong il 27 luglio 1953. 

Il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in 2.800.000, tra morti, feriti e dispersi, metà dei quali civili.



da: treccani

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