di: Leonardo Cecchi
Trentadue anni. Erano trentadue anni che Vincenzo Agostino aspettava una cosa: giustizia.
La mafia gli uccise infatti il figlio, Nino, trentatré anni fa. E con lui, anche la nuora Ida Castelluccio.
Nino Agostino, poliziotto di Palermo, aveva scoperto troppo sui rapporti della mafia. E così, mentre andava con la moglie dalla cognata per comunicarle la bella notizia, che stava per diventare padre, dato che Ida era incinta di due mesi, venne ammazzato.
I sicari della mafia li assaltarono per strada. Nino, appena si rese conto di quello che stava accadendo, si getto sulla moglie per farle da scudo, e venne crivellato dai colpi. Cadde a terra ma i mafiosi vollero uccidere anche la moglie, sparandole al cuore.
Per trentadue anni, il padre Vincenzo Agostino non si è mai dato pace, perché nessun colpevole sembrava doverci esserci. Né lui né la moglie hanno accettato quella risposta e hanno fatto tutto ciò che potevano per tenere alta l’attenzione su quegli omicidi, non mollando mai neanche per un secondo.
E oggi, dopo più di tre decenni di vergognoso silenzio e lentezza, finalmente è arrivata giustizia: il gup di Palermo ha infine condannato all’ergastolo il boss Nino Madonia, accusato del duplice omicidio. La moglie di Vincenzo non c’è più, ma lui oggi era lì a sentire il giudice pronunciare la sentenza.
A lui, che non ha mai smesso di combattere, tutta la vicinanza possibile. E un grande grazie per aver dimostrato cosa significa non mollare mai.
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