venerdì 3 giugno 2016

Gerda Taro



Gerda fu fotoreporter e giornalista di guerra. 
Nel 1936 decide di seguire sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola.
Nota fra le milizie antifasciste per la sua freschezza, coraggio ed eccezionale bellezza, rischiò sempre la vita per realizzare i propri servizi fotografici e fu così che morì.

Gerda viaggiava aggrappata al predellino esterno della vettura del generale polacco Walter Swierckinsky noto Comandante delle Brigate Internazionali.

Ad un certo punto, aeroplani tedeschi volarono a bassa quota sul convoglio repubblicano mitragliandolo, seminando il panico e provocando il caos fra i vari veicoli fra i quali quello della reporter. Un carro armato repubblicano amico urtò, nel trambusto generale, l'auto alla quale era aggrappata Gerda che cadde sotto i cingoli del tank restando schiacciata e letteralmente sventrata all'altezza dello stomaco e più in basso.

Gerda non perse conoscenza e durante il penoso trasferimento all'ospedale, che durò ore, si mantenne le viscere in sede con la pressione delle proprie mani; i testimoni ricordano un'incredibile freddezza e coraggio nella ragazza.

Alcuni tra i migliori medici delle Brigate Internazionali le trasfusero plasma e tentarono di operarla senza anestetici e senza antibiotici (di cui non vi era disponibilità), di suturare la devastante ferita ma si resero subito conto che ogni tentativo non l'avrebbe mai salvata; il suo organismo non poteva più svolgere alcuna funzione vitale che si protraesse oltre le poche ore.

All'infermiera che dovette vegliarla fu indicato di somministrarle tutta la morfina possibile per non farla soffrire in quanto il decesso era inevitabile. La ragazza si preoccupava comunque delle proprie macchine fotografiche chiedendo "se si erano rotte".

Restò in vita e vigile sino all'alba del 26 luglio 1937; morì intorno alle ore 5 semplicemente "chiudendo gli occhi". Gerda aveva 26 anni.


Gerda Taro
A photograph of a woman in Barcelona, Spain training for a Republican militia, August 1936




da: wikipedia

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