di Matteo Polimeni
Parco Sempione è uno di quei luoghi che Milano vive ogni giorno. C’è chi ci passa per correre, passeggiare o semplicemente tirare il fiato tra un tram e l’altro. Insomma è il polmone verde nel cuore della città. Ma quando scende la sera, soprattutto nelle notti più umide e silenziose, questo angolo di pace cambia volto. È il momento in cui tornano a galla storie che i milanesi si tramandano da generazioni: leggende, apparizioni, figure avvolte nel mistero. Tra tutte, ce n’è una che continua a catturare la fantasia di residenti e curiosi: quella della Dama Nera, una presenza elegante, ma inquietante che sembra emergere dalla nebbia per raccontare una Milano diversa da quella che conosciamo.
La leggenda dello spirito meneghino
La storia della Dama Nera nasce alla fine dell’Ottocento, quando il Parco Sempione era un luogo ancora più ombroso e silenzioso di oggi. Secondo la tradizione popolare, questa figura femminile vestita interamente di nero compare nelle serate nebbiose, quando la visibilità cala e il parco si svuota. Il suo volto è sempre schermato da un velo, un dettaglio che la rende ancora più misteriosa. Chi giura di averla incontrata racconta di un profumo di violette che anticipa la sua presenza.
Il racconto vuole che la Dama si avvicini agli uomini soli e, tendendo una mano gelida, li inviti a seguirla tra i sentieri meno battuti. Il suo percorso conduce a una villa nascosta. Qui, secondo le leggende, la Dama si rivela solo a chi trova il coraggio di sollevare il velo: sotto non si nasconde un volto umano, ma un teschio. Una visione talmente scioccante da far fuggire chiunque, salvo poi lasciare in molti un’ossessione. Alcuni sarebbero impazziti nel tentativo di ritrovarla, come se la sua presenza avesse lasciato una cicatrice invisibile.
Il fascino di questa leggenda non è solo nel brivido che suscita, ma nel fatto che Parco Sempione, da sempre crocevia di storie e culture, sembri davvero il palcoscenico perfetto per un incontro sospeso tra il reale e l’irreale. E non è nemmeno l’unico: nel Castello Sforzesco, poco distante, si parla ancora delle apparizioni di Ludovico il Moro, di Beatrice d’Este agonizzante, della Contessa di Challant che sorseggia il sangue del suo amante decapitato.
Chi potrebbe essere la Dama nera
Tra le varie ipotesi sull’identità della dama nera, una spicca più delle altre e affonda le radici nella storia reale. Molti associano la Dama Nera a Isabella da Lampugnano, una donna accusata di stregoneria e condannata al rogo nel XVI secolo. La sua morte violenta, avvolta da sospetti e ingiustizie, avrebbe alimentato nei secoli il mito di un’anima inquieta tornata a vagare tra gli alberi del parco. Non sorprende che in una città come Milano, dove folklore e memoria storica si intrecciano continuamente, sia proprio una figura tragica come la sua a diventare simbolo di un mistero irrisolto.
Secondo alcune interpretazioni, la Dama sarebbe il riflesso della sofferenza di Isabella: un’apparizione nata dal desiderio di vendetta o dal bisogno di ottenere una forma di risarcimento simbolico. La sua presenza, infatti, racchiude temi ricorrenti nelle leggende milanesi: l’amore perduto, la follia, la sete di giustizia. E, come accade nelle storie più radicate nel folklore, il confine tra realtà e immaginazione diventa talmente sottile da rendere difficile distinguere i fatti dalle suggestioni.
Quel che è certo è che la Dama Nera continua a essere una delle figure più affascinanti della Milano notturna. Non solo alimenta racconti e tour dedicati ai fantasmi cittadini, ma rappresenta anche una parte della città che sfugge alla modernità e resta ancorata a un passato enigmatico. Che sia davvero Isabella da Lampugnano o un’invenzione collettiva, lo spirito della Dama continua a camminare tra i viali di Parco Sempione, ricordandoci che anche una città frenetica come Milano ha un lato ancora segreto e profondo.
da: virgilio

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