Michelangelo Merisi da Caravaggio - Davide con la testa di Golia (1600-01)

martedì 23 dicembre 2025

Banksy






Banksy è tornato. E rivendica a modo suo, con un post muto, due foto e niente testo, la paternità della sua ultima opera. Si trova a Bayswater, nella zona ovest di Londra. L’opera è semplicissima: due bambini, ben imbacuccati, giubbotto, cappello di lana e stivali, sono sdraiati (forse in un prato: accanto ai loro piedi ha disegnato dei fiori, di quelli che crescono per strada). Guardano il cielo, uno dei due indica qualcosa in altro con il dito. Che cosa sanno osservando? Il murales, essenziale, in stencil bianco e nero, è stato avvistato per la prima volta ieri, attirando subito l’attenzione di qualcuno.






Nel frattempo, quest'altro murale identico è apparso, subito fotografatissimo, nel centro di Londra, su un muro del perimetro del Centre Point Tower, a Tottenham Court Road.

Per ora, dal suo account Instagram ufficiale, il canale con cui l’artista è solito mostrare i suoi lavori e confermarne la firma, è apparso solo il murale di Baywater, ma trattandosi di Banksy tutto può succedere e c’è chi scommette che presto anche l’opera “gemella” sarà rivendicata.


Ancora una volta l’artista di Bristol che ha rivoluzionato la street art giocando (anche) sul mistero della sua identità, flirta con la sua presenza-assenza. E lascia a noi che osserviamo per strada o che sbirciamo dalle bacheche dei social il compito di seguire gli indizi e fare deduzioni.

Protagonisti, come spesso accade nei suoi lavori, i bambini, gli unici a sapere indicare la strada, a suggerire nuove vie. Gli unici a saper guardare verso il cielo.

Ma c’è anche dell’altro, per chi conosce bene la geografia di Londra. Banksy, ancora una volta e ancora sotto le feste, denuncia la povertà, l’emarginazione, la crisi sociale. Lo scorso Natale aveva concepito una Madonna con Bambino dolorosa: dal seno, anziché latte, usciva ruggine. A Venezia, sempre a dicembre (ma qui siamo nel 2019), ha ideato il celebre “bambino migrante” (opera, peraltro, attualmente in restauro perché ammuffita dall’acqua) poi c’ stato il clochard di Brighton portato via dalle renne di Babbo Natale…

Questo Natale Banksy torna a farsi sentire, a parlare dell’infanzia ferita ma anche della crisi dell’edilizia popolare. Il Centre Point, infatti, ha una storia travagliata: tirato su come palazzo-uffici negli anni Sessanta, rimase a lungo vuoto nei suoi 34 piani e, negli anni Settanta, venne occupato per protesta contro la crisi abitativa della Swinging London. In particolare, nel ’74 fu occupato da alcuni attivisti per denunciare il paradosso di un gigante di cemento disabitato e di tante persone prive di una dimora, costrette a vivere per strada. Si protestò a lungo contro quello scandalo, ma alla fine non accadde nulla. O meglio: passarono decenni e ristrutturazioni varie e il Centre Point venne riconvertito in appartamenti di lusso, spazi commerciali e una piazza pubblica con un’area ristorazione. Da emblema di degrado a icona del nuovo benessere (per pochi): ma Banksy, con i suoi “bambini di strada” che guardano il cielo, ci riporta con i piedi per terra. In Inghilterra, oggi, oltre 4 milioni e mezzo di bambini vivranno in condizioni di povertà il Natale.







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