Antonio Canova - Venere italica (1804-12)
Marmo di Carrara - Altezza: 172 cm - Galleria Palatina, Firenze
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L'opera come compensazione per il trasferimento in Francia della Venere de' Medici, rastrellata dai francesi tra i furti napoleonici. A tale opera lo scultore si ispirò idealmente, a livello più che altro spirituale, cercando di rievocarne la tenerezza della carne, il suo dolce vibrare, il movimento nello spazio, che rende attraverso l'articolazione libera del corpo e la delicatezza delle sfumature. Lo scultore stese un impasto morbido e rosato per esaltare meglio la bellezza del corpo della dea, nell'atto di nascondersi dietro ad un telo, probabilmente sorpresa dall'arrivo di qualcuno, secondo il tema classico della Venus pudica.
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