Artemisia Gentileschi - Giuditta decapita Oloferne (ca.1612)

martedì 20 aprile 2021

Hong Kong





Uomini dell'unità antisommossa di Hong Kong spruzzano spray urticante in faccia a una donna incinta, prima di sbatterla a terra per arrestarla. La scena è stata registrata l'11 novembre 2019, nel quadro delle proteste riguardo l’ingerenza sempre più accentuata di Pechino nell’autonomia di Hong Kong.


Dalle proteste del 2019 a Hong Kong è tutto in bilico. I manifestanti hanno usato la loro energia, la loro rabbia e i loro corpi avvelenati da gas lacrimogeni e spray urticante per reclamare più forte possibile quello che gli era stato promesso e che pensano di meritarsi: un vero suffragio universale, la capacità di avere voce in capitolo sulla gestione pubblica di Hong Kong. Per Pechino questo è intollerabile. Soprattutto nell’era di Xi Jinping, l’uomo che per accentrare il potere su di sé e i suoi più fedeli alleati ha scompaginato tutto quello che era stato costruito da Deng Xiaoping in poi, in modo che niente possa metterlo in pericolo. Hong Kong è una zanzara molesta che tiene svegli di notte, di quelle che sembra di aver schiacciato e invece niente, ricominciano a ronzare nell’orecchio. Ma a differenza delle zanzare, Hong Kong non vuole succhiare sangue, vuole solo essere indipendente e avere libertà di esprimersi. E Pechino è stufa.

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