Siamo alla Kent State University, Ohio, negli Stati Uniti, è il 4 maggio 1970. Una folla di studenti protesta contro l’invio di truppe in Cambogia ordinato dal presidente Nixon.
Una trentina di soldati della Guardia Nazionale apre il fuoco sui dimostranti. Quattro studenti vengono uccisi e nove feriti.
John Paul Filo, che per questo scatto vincerà il Pulitzer, era soltanto uno studente universitario con una grande passione per gli scatti. Si trovava proprio nel laboratorio di fotografia quando sentì esplodere gli spari.
Corse fuori armato di una Nikkormat con la pellicola Tri-X ed iniziò a darsi da fare. Sfiorato da un proiettile vagante per un attimo abbandonò lo strumento e iniziò a correre più lontano possibile dalla carneficina.
Ma poi improvvisamente tornò sui suoi passi mosso dalla convinzione che fosse necessario documentare quello che stava accadendo.
Si ritrovò ad immortalare uno dei momenti più significativi di quella tragica giornata.
Mary Vecchio, inginocchiata sul corpo ormai senza vita di Jeffrey Miller, piange disperatamente invocando il nome di Dio.
Il massacro della Kent State, così passerà alla storia questo terribile episodio, rappresentò un punto di svolta nel dibattito sulla guerra in Indocina.
Gran parte dell’opinione pubblica americana comprese che il Vietnam era ormai una storia senza via d’uscita.
Neil Young scrisse la canzone Ohio, dedicandola ai quattro ragazzi uccisi.
“Tin soldiers and Nixon coming,
We’re finally on our own.
This summer I hear the drumming,
Four dead in Ohio.”
“Nixon sta arrivando con i soldatini di piombo
e noi finalmente siamo dalla nostra parte.
In questa estate sento il rullo dei tamburi,
quattro morti nell’Ohio.”
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