Pompei era la città dove vi era la più alta concentrazione di bordelli di tutti i tempi, un vero Guinness dei primati; per una popolazione di circa 10.000 abitanti vi erano 300 bordelli, lo stesso numero dei forni. Sesso come il pane, di consumo quotidiano e frequentemente all’esterno dei lupanari, precorrendo la moderna pubblicità, erano rese di dominio pubblico le prestazioni erotiche nelle quali le prestatrici d’opera della casa erano particolarmente esperte, senza lasciare alcun spazio alla fantasia. Anche nelle case dei ricchi vi erano affreschi e mosaici che inneggiavano alle gioie della coniuxio. I Romani consideravano la pratica del sesso un evento del tutto naturale, i fulmini sessuofobici della cattolicità erano di là da venire, e spesso, soprattutto nelle classi più agiate si praticava un sesso a 360°, senza fare distinzione se il partner fosse maschio o femmina.
.
.
Nessun commento:
Posta un commento