Nel periodo 101-106 l'imperatore Marco Ulpio Traiano (sotto Traiano l'Impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale 5 milioni di chilometri quadrati) conquistò la Dacia (l'attuale Romania).
La conquista della Dacia fruttò a Traiano una enorme ricchezza, stimata in cinque milioni di libbre d'oro (pari a circa 163,6 t) e nel doppio di libbre d'argento, e una straordinaria quantità di altro bottino, oltre a mezzo milione di prigionieri di guerra.
Si trattava del favoloso tesoro di Decebalo, che lo stesso re avrebbe nascosto nell'alveo di un piccolo fiume (il Sargetia) nei pressi della capitale, Sarmizegetusa Regia.
Oltre a ciò, la conquista contribuì a un aumento permanente delle entrate nelle casse dell'erario grazie alle miniere della Dacia occidentale, che furono riaperte sotto la sorveglianza dei funzionari imperiali.
Al ritorno dalla campagna fu tributato a Traiano un grandioso trionfo, con spettacoli gladiatorii (ludi) e corse dei carri nel Circo Massimo; si dispose, quindi, la costruzione di un nuovo foro che comprendesse anche la presenza di una colonna celebrativa.
Nella foto in primo piano i resti del Foro di Traiano, sulla sinistra la Colonna Traiana rimasta integra da allora e a destra la Chiesa del Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano.
3 commenti:
Nerva, Traiano, Adriano...
Bella luce.
Quando capita bisogna approfittare.
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