[+]
«Argo, tu giaci disteso; e la luce, che dentro tant'occhi
ti scintillava una volta s'è spenta del tutto! La notte,
unica notte perenne ricopre i tuoi occhi infiniti!
Ma li raccoglie Giunone e li colloca sovra le penne
del suo pavone, a cui empie la coda di gemme stellanti
[...] Gli dei del mare acconsentirono. E Giunone risalì nel cielo
limpido sull'agile carro trainato da pavoni screziati,
screziati solo di recente, da quando era morto Argo,
come di recente tu, che prima eri candido, corvo loquace,
ti sei visto tutt'a un tratto mutare le ali in nere
più superba del pavone che si gonfia, più furiosa del fuoco»
: : Ovidio, Le metamorfosi : :
2 commenti:
A parte Argo sembra che vogliano darsele di santa ragione...
Due maschi... probabilmente si.
Posta un commento