Veronese, Judith with the Head of Holofernes (det.)(ca.1575-80)

domenica 15 marzo 2020

Massacro di Nanchino






Il massacro di Nanchino è stato un insieme di crimini di guerra perpetrati dall'esercito giapponese a Nanchino, all'inizio della seconda guerra sino-giapponese.

La città, in quel periodo capitale della Repubblica di Cina, era caduta in mano all'Esercito imperiale giapponese il 13 dicembre 1937 e la durata del massacro non è stata definita con sicurezza, anche se si suppone che le violenze continuarono fino all'inizio del febbraio 1938.

Durante l'occupazione di Nanchino le truppe nipponiche commisero numerose atrocità, come stupri, saccheggi, incendi e l'uccisione di prigionieri di guerra e civili. Nonostante le uccisioni fossero incominciate con la giustificazione di eliminare soldati cinesi travestiti da civili, si ritiene che un gran numero di innocenti sia stato intenzionalmente identificato come combattente nemico e giustiziato man mano che il massacro cominciava a prendere forma. Tra le vittime accertate, decine di migliaia furono bambini innocenti, uccisi per divertimento, e gli stupri di donne e gli omicidi divennero in breve la norma.

Le dimensioni del massacro sono tuttora oggetto di discussione tra Cina e Giappone, con i numeri che variano dalle alcune centinaia di vittime sostenute da alcuni storici giapponesi alla denuncia da parte cinese di 300.000 vittime tra la popolazione non combattente. Un certo numero di ricercatori giapponesi ritiene valida una stima approssimativa che va da 100.000 a 200.000 vittime.




da: wikipedia

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