Artemisia Gentileschi - Giuditta decapita Oloferne (ca.1612)

mercoledì 28 febbraio 2018

Edvard Munch



Edvard Munch - Sera sul viale Karl Johan (1892)


I primi accenni al tema dell'alienazione, magistralmente espressi in Sera sul viale Karl Johan, li troviamo già nel 1889. Nel diario personale di Munch, infatti, leggiamo:

« Tutti i passanti lo guardavano in modo così strano e singolare e lui sentiva che lo guardavano così, che lo fissavano, tutte queste facce, pallide nella luce serale; voleva fissare un pensiero ma non gli riusciva, aveva la sensazione che nella sua testa non ci fosse nient’altro che il vuoto… il suo corpo era scosso dal tremito, il sudore lo bagnava »
Munch sperimentò quest'angosciante esperienza anche a Parigi, tanto che annotò:

« Mi ritrovai sul Boulevard des Italiens - con le lampade elettriche bianche e i becchi a gas gialli - con migliaia di volti estranei che alla luce elettrica avevano l'aria di fantasmi »

Memore della crudele estraneità dei riti borghesi, Munch stese la Sera sul viale Karl Johan nel 1892. L'opera suscitò scalpore: la rivista Morgenbladet fu categorica nel definirla «un quadro assolutamente folle», e anche il pubblico stroncò atrocemente il pittore, ritenendolo un folle. In ogni caso, la Sera sul viale Karl Johan venne originariamente esposta nel 1902 a fianco delle altre opere del Fregio della vita, un progetto unitario volto a simboleggiare il destino dell'uomo: dopo esser stato acquistato nel 1909 dal collezionista norvegese Rasmus Meyer, nel 1924 il dipinto è entrato a far parte delle collezioni del museo d'arte di Bergen, dov'è tuttora esposto.



da: wikipedia



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