Veronese, Judith with the Head of Holofernes (det.)(ca.1575-80)

giovedì 16 novembre 2017

Il massacro di Oradour-sur-Glane




Il massacro di Oradour-sur-Glane fu un crimine di guerra commesso il pomeriggio del 10 giugno 1944, durante la seconda guerra mondiale, nel borgo francese di Oradour-sur-Glane, da reparti della 2ª divisione corazzata SS Das Reich, comandata dal Brigadeführer Heinz Lammerding, come rappresaglia per l'uccisione, da parte di alcuni maquisards, dello Sturmbannführer Helmut Kämpfe. 
Durante l'azione vennero trucidate 642 persone ed il paese fu dato alle fiamme; dopo la fine della guerra questo non fu ricostruito e venne lasciato come museo memoriale all'aperto.

Il massacro
Le SS arrivarono nei pressi dell'abitato poco dopo le 14.00, lo circondarono e, una volta entrate, ordinarono a tutti gli abitanti di radunarsi sulla piazza dove sarebbe stato compiuto un accertamento di identità.

Alle 15.00 venne ordinato di portare tutte le donne ed i bambini, il cui totale era di circa 400, all'interno della chiesa e l'unica persona che riuscì ad uscire viva dall'edificio, una donna di nome Marguerite Rouffanche, testimoniò in seguito che tutti i presenti vennero fatti sdraiare per terra e due soldati, dopo avere sbarrato le porte, depositarono un involucro in fondo alla navata: una bomba. Il panico si impadronì delle donne e dei bambini ma la prima che tentò di alzarsi per fuggire venne mitragliata con il figlio in braccio.

L'esplosione della bomba e l'incendio che divampò immediatamente fecero crollare parti del tetto e la sopravvissuta riuscì a raggiungere una finestrella lasciandosi cadere all'esterno da un'altezza di circa tre metri, ma fu l'unica a riuscirci in quanto quella che tentò di seguirla subito dopo con un neonato in braccio fu tradita dal pianto del bambino che attirò l'attenzione dei tedeschi, i quali spararono subito verso la finestra uccidendola; il tentativo della donna tradì tuttavia anche la Rouffanche che, rialzatasi per fuggire, venne colpita più volte da colpi di fucile e creduta morta. Nel frattempo all'esterno erano parimenti iniziate altre esecuzioni: nessuno fu risparmiato e coloro che non vennero uccisi immediatamente sulla piazza, vennero radunati in una rimessa e mitragliati; solo cinque giovani ragazzi, non visti dalle SS che entrarono successivamente per finire i feriti a colpi di pistola, sopravvissero, ma per tutti gli altri non vi fu scampo: vennero chiusi in piccole rimesse, fienili e garage e, dopo che fu loro sparato, a tutti gli edifici venne dato fuoco.

Tra le vittime recentemente sono state identificati almeno 9 italiani, tra cui una madre con 7 dei suoi 9 figli.



da: wikipedia

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