Artemisia Gentileschi - Giuditta decapita Oloferne (ca.1612)

venerdì 1 settembre 2017

Hans Bonarewitz e il suo corteo




La foto mostra una orchestrina con pochi strumenti suonati da deportati; esseri infelici che indossano il vestito a righe o abiti di altri prigionieri già deceduti. Due sono suonatori di fisarmonica: il più alto è un tedesco, si chiama Wilhelm Heckmann, ed è un «triangolo rosa», nella classificazione adottata dalle SS. È anche un pianista e un tenore ben noto, ma qui deve suonare la fisarmonica, e si accontenti, perché questo gli consente di restare in vita e di non finire a portar pietre lungo i 186 scalini della Wiener Graben. È finito a Dachau prima e a Mauthausen poi per la sua omosessualità, come ha testimoniato di recente una nipote. L’altro fisarmonicista è George Streitwolf, secondo la testimonianza dello stesso Heckmann. Non si conoscono invece i nomi dei tre o quattro suonatori di violino. Camminano vicino ad un muro – che oggi sappiamo essere senza ombra di dubbio un muro del lager di Mauthausen – mentre altri due deportati trascinano un carretto sul quale si vede un uomo in piedi. È il 1942.

Ebbene, di quell’uomo c’è il nome: si chiama Hans Bonarewitz, austriaco. Diciotto giorni prima è fuggito dal lager, nascondendosi in una cassa di legno, quella poggiata sul carretto dalle SS, che vogliono far vedere agli altri prigionieri che dal campo si può fuggire sì, ma poi si viene ripresi insieme con l’oggetto servito per la fuga. A Hans è andata così: in servizio presso la lavanderia, è entrato nella cassa ed ha aspettato che venisse caricata su un furgone. Poi ha girovagato per i boschi, forse è arrivato fino al Danubio e allora è tornato indietro ed ha finito per perdersi. E poi, se non c’è chi ti da una mano, come puoi resistere alla fame e al freddo della notte? C’è una canzone che ricorda la fine degli evasi che chiedono aiuto: vi si descrive come la popolazione tedesca, o austriaca, quando li incontra, chiami le SS e li riconsegni. Pena prevista per i fuggitivi, fucilazione o impiccagione. Questo è accaduto a Hans, che le SS hanno condannato a morte e costretto a salire sul carretto, davanti alla cassa che gli è servita per la fuga. Tutti i deportati debbono vedere che fine si fa a fuggire. Così l’orchestrina, per ordine delle SS, suona beffardamente "Tornerai", una canzone italiana di Olivieri ben conosciuta in tutta Europa, e il carretto viene trainato per tutto il campo. Poi Hans viene impiccato.



da: anpi.it

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