venerdì 28 luglio 2017

Harem & Eunuchi (Jean-Léon Gérôme)



Nasser al-Din Shah Qajar, regnò in Persia tra il 1848 e il 1896.
Appassionato di fotografia i suoi modelli preferiti erano le donne del suo harem

L'harem

C'è da dire che nell'immaginario di noi italiani l'harem è decisamente più vicino alle suggestive tele di Jean-Léon Gérôme che non a questa foto di Nasser al-Din Shah Qajar dove la "modella", con gli occhi da Mariolino Corso, sfoggia un paio di baffi da far invidia a Salvador Dalì.

Comunque, il termine harem, propriamente "luogo inviolabile" o "proibito" indica il gineceo (la parte interna della casa, riservata alle donne, nell'antica Grecia), il "luogo riservato" destinato alla vita privata delle donne nel mondo islamico medievale e moderno.

Le disposizioni relative alle donne, frutto di una contaminazione derivante dall'acculturazione con i costumi bizantini, hanno presto comportato nell'ambito della cultura islamica che le donne vivessero, all'interno della casa, in uno spazio loro riservato, a cui aveva diritto d'accesso solo l'uomo che per età, grado di parentela o impossibilità fisica (impotenti o eunuchi) non potesse aver lecitamente rapporti sessuali con la donna.

Gli harem diventarono un'istituzione dagli accentuati riflessi sociali e politici quando erano costituiti dai sovrani dei vari Stati musulmani. Costoro amarono ingrandire il più possibile i loro harem, non solo come ostentazione della loro ricchezza e potenza o della propria personale soddisfazione sensuale, ma anche per poter più facilmente scegliere, fra i tanti figli che le tante concubine gli generavano, quello che a loro arbitrio appariva il più dotato e il più meritevole della successione.

L'ampiezza dei ginecei si è drasticamente ridotta nel tempo, permanendo di fatto quasi solo nelle aree dei Emirati del golfo e dell'Insulindia, anche in considerazione del fatto che in non pochi Paesi musulmani la poligamia, nella forma della poliginia, è stata interdetta dalle leggi civili, malgrado essa nel Corano sia invece autorizzata, pur con precisi limiti quantitativi e qualitativi.

Gli eunuchi

A sorvegliare gli harem erano destinati gli eunuchi che, per il loro altissimo valore pecuniario, costituivano un altro simbolo di ricchezza e di potere. Essi garantivano un controllo dei luoghi senza che ciò comportasse alcun rischio per i loro gelosi padroni.

Col termine eunuco vengono indicati quegli uomini sottoposti in giovane età a interventi di mutilazione dell'apparato genitale, tali da condurli ad impotentia coeundi. Essi furono comuni a molte corti sovrane soprattutto orientali, da quelle musulmane come quella dell'Impero ottomano a quella del Celeste impero cinese. Ciò era essenzialmente dovuto alla grande richiesta di persone a cui poter affidare senza timore delicati compiti di sorveglianza dei ginecei e anche per impedire l'adozione di pratiche nepotistiche nel caso si fosse deciso di affidar loro importanti e delicate funzioni, civili, militari o religiose.

Il ricorso agli eunuchi è praticamente scomparso nelle aree di cultura islamica, ma esso è rimasto in vigore fino a tempi recenti per quanto riguardava il servizio di sorveglianza e di cura della Kaʿba della Mecca e la Moschea del Profeta a Medina, utilizzando castrati di origine africana, i quali pulivano il locale, consentendone l'accesso agli ospiti più illustri appositamente autorizzati.



Jean-Léon Gérôme - La piscina dell'harem (ca. 1876)
Oil on canvas - 73.5 × 62 cm - Hermitage Museum, St. Petersburg



da: wikipedia

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