Jan van Eyck - Diptych Crucifixion (Right Detail)(1430-40)

lunedì 31 ottobre 2016

Giusquiamo nero (Hyoscyamus niger)



Sin dal Medio Evo è noto l'utilizzo del Giusquiamo come "pianta magica". Le sue proprietà infatti ne facevano una droga ideale per facilitare le più disparate facoltà dell'occulto, dalla profezia allo sdoppiamento psichico, dalle proiezioni astrali fino al colloquio con i morti. 
Nel XV secolo questa pianta venne utilizzata come narcotico e analgesico nel corso delle operazioni chirurgiche.

Etimologia: il termine generico dal greco "hyòs-kiaos" = fava del porco deriva dalla tradizione che vuole infatti che il maiale potesse cibarsene senza conseguenze, mentre l’uomo ne restasse avvelenato. Il termine specifico dal latino "niger" = nero, perché la corolla all'interno presenta un reticolo violaceo che tende sul fondo ad infittirsi e a creare una macchia scura.

Tutte le parti della pianta sono altamente tossiche, se ingerite possono provocare convulsioni, difficoltà respiratorie e addirittura la morte. 
Nonostante ciò questa pianta ha una lunga tradizione come erba medicinale. Era conosciuta già da Babilonesi, Egizi, Persiani e Arabi. Molto utilizzata come sedativo e antispasmodico, trova applicazione sia come uso esterno che interno nella lotta di tumori e malattie del sistema nervoso come il morbo di Parkinson. E' considerata ottimo antiasmatico, antidrotico, antinevralgico, broncosedativo, disintossicante da alcool, midriatico, analgesico contro il mal di denti, diuretico, febbrifugo nonchè allucinogeno e narcotico. 
In Abruzzo fino all'inizio del XX secolo i semi venivano torrefatti e quindi messi in infusione. I vapori di tali infusi venivano fatti respirare ai malati di asma, mentre l'infuso stesso veniva bevuto come antispasmodico.



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