![]() |
Igor Dyatlov |
Nel mondo ci sono molti luoghi geografici su cui aleggia uno strano senso di mistero e che suscitano stupore e paura. Uno di questi è il passo di Djatlov.
Nove escursionisti russi del politecnico degli Urali, sette ragazzi e due ragazze, lì accampati per la notte, trovano la morte per cause rimaste a tutt'oggi sconosciute (in realtà il gruppo era formato da 10 persone ma uno di loro si ammalò e rinuncio due giorni dopo la partenza!!!).
Cosa successe quel 2 febbraio non lo sapremo mai anche perchè nessuno sopravvisse.
Sconcertante ciò che rilevarono coloro che indagarono sull'evento.
Per prima cosa i ragazzi avevano lacerato la loro tenda dall'interno, correndo via a piedi nudi nella neve e con una temperatura esterna intorno ai −30 °C come per salvarsi da qualcosa che stava già nella tenda insieme a loro, qualcosa di talmente pericoloso che non ci fu nemmeno il tempo di sciogliere i nodi e uscire dall’ingresso.
Nel raggio di 500m si trovarono i cadaveri di 5 degli escursionisti gli altri 4 saranno recuperati soltanto a maggio durante il disgelo. I primi 5 morirono di ipotermia gli altri 4 no.
Nonostante i corpi esteriormente non mostrassero lesioni o ferite, tre delle vittime avevano le costole e il cranio fratturato e a una mancava la lingua, gli occhi e parte della mascella ma questo sembrerebbe perchè decomposti dalla permanenza a faccia in giù in un ruscello.
L'inchiesta degli investigatori sovietici non sortì alcun risultato (è interessante però notare che l”evento fu classificato “riservato” da esercito e KGB) e si stabilì in conclusione che le morti furono provocate da una non meglio identificata "irresistibile forza sconosciuta".
La zona fu interdetta per diversi anni agli sciatori e a chiunque altro intendesse avventurarcisi.
Negli anni '90 altri tre inquietanti elementi si aggiunsero ai già misteriosi precedenti.
1. Analisi forensi dimostrarono che i vestiti di alcune delle vittime presentavano alti livelli di contaminazione radioattiva.
2. C'è poi il ricordo riferito da chi vide i cadaveri che avevano la pelle scurissima, come bruciata.
3. Per fiire c'è la testimonianza di altri escursionisti, che in quegli stessi giorni stavano attraversando gli Urali a 50 km a sud dal luogo della strage che raccontano di aver visto, nella notte dell'incidente, strane sfere arancioni brillare nel cielo. Luci avvistate in seguito da decine di altre persone.
Il passo montano scena dei fatti è stato da allora rinominato "passo di Djatlov", dal nome del capo della spedizione, Igor Djatlov e l'evento: "L'incidente del passo di Djatlov".
approfondimenti: qui qui e qui
Nessun commento:
Posta un commento