Omayra Sánchez aveva 13 anni quando morì in seguito all'eruzione del vulcano Nevado del Ruiz, in Colombia in cui perirono altre 25.000 persone.
Intrappolata per tre giorni nell'acqua, fango ed altri detriti della propria casa, Omayra catturò l'attenzione dei mass media quando nei filmati dei giornalisti si vide parlare con i volontari, sorridere e gesticolare davanti alla telecamera.
Il suo "coraggio e dignità" commossero molti operatori umanitari, che le si riunivano intorno per incoraggiarla e pregare per lei. Dopo sessanta ore di lotta, Omayra soccombé alla gangrena ed all'ipotermia. La sua tragica fine sottolineò con forza il fallimento del governo a rispondere prontamente all'emergenza.
Omayra viene ricordata in particolare per questa foto scattata prima di morire dal fotoreporter Frank Fournier. Questa immagine provocò in tutto il mondo polemiche e indignazione contro il governo colombiano accusato di aver ignorato i segnali di allarme sui rischi di una possibile eruzione del vulcano Nevado del Ruiz.
Il racconto And of Clay Are We Created di Isabel Allende, contenuto nella raccolta Eva Luna racconta, è proprio basato su questi eventi ed è raccontato dal punto di vista di un uomo presente alla morte di Omayra. La Allende in seguito ha scritto della sua ispirazione per la storia: "I suoi [di Omayra] grandi occhi neri, pieni di rassegnazione e saggezza, ancora mi perseguitano nei miei sogni. Scrivere questa storia non è riuscito a esorcizzare il suo fantasma."
Sul luogo in cui sorgeva la città di Armero, è stato creato un memoriale del disastro, in cui un piccolo mausoleo è stato dedicato proprio alla memoria di Omayra.[8] In occasione dei venti anni del disastro alcuni quotidiani e riviste locali hanno commemorato sia l'evento, sia la morte della bambina.
da: wikipedia
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