domenica 21 dicembre 2014
Arthur Schopenhauer
da: "Il dolore del mondo, in “Parerga e Patalipomena" di - Arthur Schopenhauer
”Se si immagina, per quanto approssimativamente, la somma di bisogni, sofferenze e dolori di ogni genere che il sole illumina lungo il suo cammino, si ammetterà che sarebbe stato molto meglio se esso, come è accaduto sulla luna, non avesse creato sulla terra il fenomeno della vita.
Si può anche considerare la nostra vita come un episodio inutilmente perturbatore nella beata quiete del nulla.
Ci si immagini, per una volta, che l’atto procreativo non sia un bisogno né che sia accompagnato dal piacere, ma che sia un fatto di pura, razionale riflessione; potrebbe, allora, ancora esistere il genere umano? Piuttosto, non avrebbe ognuno talmente compassione della generazione a venire, da risparmiarle volentieri il fardello dell’esistenza?
Contro una visione del mondo come opera riuscita di un essere onnisciente, infinitamente buono e allo stesso tempo onnipotente, da una parte grida troppo forte la miseria, della quale il mondo è pieno, dall’altra l’evidente imperfezione, anzi burlesca distorsione, della più perfetta delle sue manifestazioni, la natura umana. Qui è una dissonanza irresolvibile.
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