lunedì 9 dicembre 2013
Torino: Castore e Polluce
Questi sono i Dioscuri, ovvero Castore e Polluce, i fratelli gemelli della mitologia greca.
Essi fanno da guardia sui loro cavalli alla cancellata che apre al passaggio da piazza Castello a Palazzo Reale.
Tra di loro una catena che ad un attento osservatore non sfugge più lucida nell'anello centrale, dovuto allo sfregamento di turisti e indigeni alla ricerca di fortuna.
Secondo la tradizione esoterica, infatti proprio qui si troverebbe il punto magico assoluto della città e i due pargoli di Zeus assurgono a simbolo della divisione tra la Torino sacra e quella diabolica.
La cancellata è orientata esattamente verso il punto in cui sorge il sole e dai Dioscuri partono le 12 linee immaginarie che suddividono la città in 12 settori, ognuno dei quali corrisponde ad un segno zodiacale.
Si dice che nel sottosuolo della città ci siano 3 grotte accessibili da 6 punti diversi: 3 di questi non conducono a niente, servono solo a evitare che curiosi o turisti possano entrarvi, mentre gli altri 3 ingressi conducono alle 3 rispettive grotte: le grotte alchemiche. Altre grotte alchemiche si trovano a Praga e a Lione, cioè le città che compongono, con Torino, il triangolo magico.
Le grotte alchemiche sono luoghi di massima concentrazione di energia dove i pensieri dell'inconscio possono essere materializzati.
Si racconta che Umberto I di Savoia penetrò casualmente nella prima grotta alchemica.
Cercando di immaginare quali possano essere le paure di un re, diciamo semplicemente che alcuni giorni dopo fu assassinato a Monza.
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