In quello stesso giorno, a Londra, il soldato senza nome fu sepolto nell’Abbazia di Westminster.
Alle ore undici dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1918, cessarono in Europa i combattimenti iniziati il 29 luglio 1914. Era la fine della Grande Guerra. Combattuta principalmente in Europa, la Grande Guerra divenne la prima guerra mondiale perché coinvolse gran parte degli Stati del mondo. Furono oltre sessanta milioni gli uomini mobilitati per la guerra, furono oltre dieci milioni i caduti in battaglia, oltre venti milioni i feriti e i mutilati, e circa sette milioni erano i dispersi e i prigionieri. La Grande Guerra lasciò migliaia di spose senza mariti, migliaia di madri che avevano perso uno o più figli, e migliaia di figli e figlie che avevano perso il padre. Queste cifre condensavano in aridi numeri l’immensità di un dolore collettivo provocato dalla esperienza di una tragica morte di massa, quale l’umanità non aveva mai conosciuto nel corso di tutta la sua storia. E tutto il dolore collettivo di milioni di donne e uomini fu alla fine concentrato simbolicamente in una sola persona, il Milite Ignoto. La salma di un soldato senza nome fu scelta da quasi tutte le nazioni coinvolte nella Grande Guerra, comprese le colonie degli imperi europei, per ricordare e onorare i propri caduti. Nei secoli passati, la massa dei soldati morti in battaglia scompariva nelle fosse comuni e nessuno ricordava i loro nomi. Dopo la Grande Guerra, i governi delle nazioni che avevano combattuto si impegnarono a dare a ogni soldato una tomba nei cimiteri di guerra e nei sacrari edificati sui campi di battaglia. I nomi dei caduti furono incisi sui monumenti eretti in loro onore. La tomba del Milite Ignoto nome divenne il centro sacro del nuovo culto dei caduti scaturito dalla Grande Guerra.
In Francia, la salma di un soldato sconosciuto fu tumulata l’11 novembre 1920 sotto l’Arco di Trionfo a Parigi. In quello stesso giorno, a Londra, il soldato senza nome fu sepolto nell’Abbazia di Westminster. L’Italia attese ancora un anno prima di celebrare la tumulazione del Milite Ignoto. Il 29 ottobre 1921, nella basilica di Aquileia, una città nei pressi di Trieste, la madre di un caduto disperso scelse, fra undici, la bara di un soldato senza nome e un treno speciale trasportò a Roma la bara prescelta. Per tutto il lungo viaggio, il Milite Ignoto fu salutato da folle silenziose inginocchiate lungo i binari. E il 4 novembre di novantadue anni fa, con una cerimonia solenne alla quale parteciparono centinaia di migliaia di persone, il Milite Ignoto italiano fu tumulato sotto l’Altare della patria nel grandioso monumento dedicato a Vittorio Emanuele II. Mai come in quel giorno, gli italiani d’ogni partito, socialisti e comunisti compresi, furono uniti nel rendere omaggio al simbolo del dolore collettivo causato dalla guerra. Una settimana dopo, il 7 novembre di novantadue anni fa, sempre a Roma, un nuovo movimento politico, nato dalla Grande Guerra e inneggiante alla guerra come esame dei popoli, assumeva ufficialmente il nome di Partito nazionale fascista.
E il 4 novembre di novantadue anni fa, con una cerimonia solenne alla quale parteciparono centinaia di migliaia di persone, il Milite Ignoto italiano fu tumulato sotto l’Altare della patria nel grandioso monumento dedicato a Vittorio Emanuele II.
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