Feliks e Irina nel 1913
Feliks Feliksovič Jusupov conte Sumarokov-Ėl'ston, era un nobile meglio conosciuto per aver partecipato al complotto che portò alla morte del mistico Grigorij Rasputin per aver circuito la moglie dello zar Nicola II, Aleksandra Fëdorovna.
Jusupov nacque nell'allora Impero russo; la famiglia della madre, gli Jusupov, discendevano dai Tatari.
Il padre, il conte Feliks Feliksovič Sumarokov-Ėl'ston fu governatore generale di Mosca.
L’immensa fortuna della famiglia permise al giovane di devolvere tempo e denaro a lavori caritatevoli e all’aiuto dei più deboli.
Nella sua autobiografia racconta di aver passato molto tempo con gli zingari e di aver indossato spesso indumenti femminili. Diverse testimonianze lo descrivono omosessuale e diverse lettere indirizzata alla famiglia fanno riferimento ad una relazione con il Granduca Dmitrij Pavlovič Romanov.
Si sposò con la principessa Irina Aleksandrovna Romanova, nipote dello zar. Ebbero una figlia che chiamarono anch’essa Irina.
Nel 1916 un congiura ordita da Jusupov insieme al granduca Dmitrij Pavlovič e al deputato conservatore Vladimir Mitrofanovič Puriškevič, decise di assassinare Grigorij Efimovič Rasputin.
L'assassinio avvenne nella notte tra il 16 e il 17 dicembre nel palazzo sulla Moika appartenente alla famiglia Jusupov.
Rasputin fu avvelenato con il cianuro durante la cena, ma, dopo avere resistito al veleno, i congiurati decisero di sparargli al fianco con una pistola. Rasputin si riebbe: venne così colpito da un nuovo colpo alla schiena e, mentre veniva trascinato verso il cancello del cortile, fu finito con un colpo in fronte.
Il suo cadavere fu gettato nel fiume Moika, da cui riemerse il giorno dopo. Secondo l'esito dell'autopsia ancora più incredibile è il fatto che il corpo non presentava tracce del veleno, dando luogo a dispute tra gli storici circa l'effettiva modalità di eliminazione. È molto probabile che il cianuro addizionato agli zuccheri del dolce abbia sviluppato cianidrine che sono commestibili e non danno avvelenamento.
Fu riscontrata acqua nei polmoni, quindi nonostante il veleno e i colpi di pistola Rasputin fu gettato nell'acqua ancora vivo, dimostrando un'inaspettata e sorprendente vitalità.
Rasputin fu quindi sepolto, ma il suo corpo venne poi dissotterrato e bruciato ai bordi di una strada.
Non ci volle molto perché venissero presi provvedimenti contro i partecipanti del complotto, anche se per alcuni giochi di palazzo non venne svolto alcun processo.
Dmitrij Pavlovič fu inviato in Persia a combattere in prima linea. Per un bizzarro gioco del destino, però, mentre la maggior parte dei membri della monarchia incorse nelle inchieste sollevate dopo la rivoluzione di Febbraio nel 1917, questa destinazione punitiva fece sì che il granduca Dmitrij fosse uno dei pochi Romanov a pianificare una fuga all'estero.
La famiglia Jusupov fu formalmente arrestata nella loro casa fuori San Pietroburgo. Feliks riuscì a ritornare a palazzo e prendere alcuni dipinti di Rembrandt e gioielli prima di fuggire con la moglie e la figlia in Crimea, dove, aiutati dai britannici, salparono sul HMS Marlborough per Jalta e poi Malta. Attraversata l'Italia, raggiunsero Parigi dove soggiornarono per 5 giorni all'Hôtel Vendôme. Poi raggiunsero Londra. Nel 1920 ritornarono a Parigi e presero casa in Rue Gutenberg, a Boulogne-sur-Seine, dove rimasero per il resto della loro vita.
Nel 1932 fecero causa alla Metro Goldwyn Mayer per la proiezione del film Rasputin e l'imperatrice, sulla morte di Grigorij Rasputin, ed ottennero un risarcimento di £ 25.000, somma considerevole ai tempi.
Feliks morì a Parigi nel 1967 ed è tumulato con la moglie al Cimitero Russo di Nostra Signora dell'Assunzione a Sainte-Geneviève-des-Bois, nell'Essonne.
Un ultima cosa su Rasputin.
Sembrerebbe che dopo la morte Rasputin sia stato evirato e il suo pene sia stato conservato sotto formalina. La reliquia è conservata al museo del sesso e dell'erotismo di San Pietroburgo.
da: wikipedia - Grigorij Efimovi Rasputin
da: wikipedia - Felix Yusupov
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