In piazza CLN vivono sia Marc che la sensitiva, si diceva, ma il portone d’ingresso della palazzina in cui vivono, nella realtà, è un ingresso laterale della chiesa di San Carlo. Per quanto riguarda invece la parte finale dell'omicidio della sensitiva Helga Ulman, che venne girata nei teatri di posa De Paolis e solo in post produzione montata in corrispondenza della finestra reale.
Dario Argento, in un’intervista contenuta sul dvd americano del film, fa notare che la forma del bar gli venne suggerita da un quadro di Edward Hopper, il cui libro aveva appena comprato negli Stati Uniti. Osservando la fotografia del dipinto che avrete scoperto essere “Nighthawks”, Dario decise di ricostruirlo esattamente uguale in Piazza CLN, cosa che infatti fece. Puntualizza Davide: “Durante la primissima sequenza in cui fa la sua comparsa il Blue Bar, quelli che possono essere scambiati per manichini si muovono normalmente e conversano! Nella scena in cui Carlo saluta Marc e si ode l’urlo della sensitiva gli stessi clienti della prima scena vengono inquadrati da vicino e si vede bene che cercano di restare immobili tanto da poter sembrare ‘manichini’: in realtà non ci riescono e muovono leggermente le mani e le teste. Si tratta comunque di una specie di effetto voluto da Dario, un omaggio al pittore americano Edward Hopper che ha ispirato la forma architettonica del Blu Bar”. Per quanto riguarda invece l’esatto posizionamento, continua Davide, “la struttura del bar non è stata costruita sotto il portico ma sul marciapiede esterno, addossata alle colonne”. Vivalda Vigorelli, segretaria di edizione del film, ricorda molto bene il bar: “Era un delirio di persone che venivano ad assistere alle riprese almeno fino all'una di notte, anche con un freddo cane, ed era difficile stargli dietro. Un sacco di gente pensava che fosse vero, avevamo quindi anche il problema di allontanare chi voleva entrare.”
da: davinotti
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