Artemisia Gentileschi - Giuditta decapita Oloferne (ca.1612)

giovedì 29 settembre 2011

L'eccidio di Monte Sole


"Questa è memoria di sangue, di fuoco, di martirio, del più vile sterminio di popolo, voluto dai nazisti di von Kesselring, e dai loro soldati di ventura, dell’ultima servitù di Salò, per ritorcere azioni di guerra partigiana".
- Salvatore Quasimodo -
epigrafe alla base del faro monumentale che sorge sulla collina di Miana, sovrastante Marzabotto

L'eccidio di Monte Sole (strage di Marzabotto), con più di 700 morti (tra cui intere famiglie e molti bambini), è uno dei più gravi crimini di guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale.

"La nostra pietà per loro significhi che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga".
- Lapide del cimitero di Casaglia -

Il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa, e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che la appoggiavano.
Era la mattina del 29 settembre 1944, prima di muovere all'attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno. Quindi le truppe si mossero all'assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole, facendo terra bruciata di tutto e di tutti.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani.
Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse tra le quali 50 bambini.
Fu l'inizio della strage.
Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell'eccidio fu inusitata.
Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il bilancio delle vittime civili si presentava spaventoso: circa 770 morti.
Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative all'eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l'entità del massacro.

da wikipedia

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