mercoledì 13 luglio 2011

13 luglio il giorno di Simone Pianetti


Il 13 luglio 1914 una strage sconvolge la quiete della val Brembana: Simone Pianetti uccide sette persone nell’arco di tre ore. Pianetti aveva vissuto 15 anni in America, era entrato in contatto con gli ambienti anarchici e aveva conosciuto Gaetano Bresci, l’attentatore del re Umberto I. Dopo le prime azioni politiche con gli anarchici, Pianetti apre un locale a Pittsburg per l'importazione-vendita di vini, ma presto entra in contrasto con la Mano nera, la mafia statunitense, ed è costretto a tornare in Italia perché ricercato per aver messo una bomba in un locale di mafiosi e ucciso un boss. Il rientro nella sua valle lo pone innanzi ad una realtà molto chiusa e bigotta, in antitesi con quanto da lui vissuto nell’esperienza americana. Qui pur avendo dimostrato capacità imprenditoriali rimodernando una taverna e poi un mulino, subisce l'ostracismo dei potenti del luogo che cercano di osteggiarlo in ogni modo e a lungo andare scatenano in lui un odio viscerale. Uno dopo l'altro il sindaco, il parroco, il segretario comunale, il messo comunale, la presidentessa delle Figlie di Maria, il medico condotto e una contadina cadono sotto i colpi del suo fucile. Fugge sui monti. La sua latitanza tra i monti della valle Brembana fu aiutata dalla complicità di carbonai e pastori che vivevano a quelle quote: essi lo consideravano una sorta di giustiziere, offrendogli cibo e talvolta un tetto sotto il quale ripararsi.
Simone Pianetti non fu mai trovato e numerose sono le ipotesi riguardo alla sua sorte. Numerose e contrastanti voci indicano il fuggitivo latitante nel continente sudamericano aiutato dalle autorità stesse ad emigrare vista la simpatia che riscuoteva negli strati più bassi della popolazione.
Qualche decennio più tardi, precisamente nel 1943, alcuni abitanti della zona sostennero di aver incontrato un anziano signore aggirarsi tra i monti. Da un rapido scambio di battute emerse la vera identità di Simone Pianetti, allora ultraottantenne, che tornò poi a sparire di nuovo nei boschi circostanti.

Qui tutti sapevano che il Pianetti era perseguitato… Chi vuol vivere tranquillo deve essere ossequiante al parroco del luogo… Il parroco è il feudatario ed i paesani si dividono in vassalli e valvassori a seconda della loro astuzia e del loro stato economico… Al Pianetti ne avevano fatte tante che non poteva più frenarsi.
- Il Secolo, 20 luglio 1914 -

La figura del Pianetti è tutt’ora ricordata in gran parte dei paesi della valle Brembana come quella di un vendicatore, sovente indicato come raddrizzatore di torti, una eroe inafferrabile avverso ai poteri forti.


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