M.C. Goodwin - Death Quit

lunedì 23 ottobre 2017

MORTE (lat. mors; fr. mort; sp. muerte; ted. Tod; ingl. death).



Henri Émile Allouard - La Mort (1910)

Molto ben analizzata nell'Enciclopedia Italiana Treccani la voce "morte". Potete trovare un interpretazione della stessa a vari livelli: Biologia, Filosofia, Teologia cattolica e Diritto e il discorso poi si allarga anche su altri temi tra cui "La morte nelle credenze, negli usi e nelle leggi dei varî popoli". Di seguito riporto l'esame dal punto di vista biologico ma vi consiglio di leggere tutta la voce qui.

Biologia. - Da un punto di vista biologico generale non è possibile definire la morte, poiché la possibilità di una tale definizione presume la conoscenza stessa della vita; fenomeno che la scienza non ha potuto esaurientemente precisare. Né sono noti, per conseguenza, i limiti fra la vita e la morte. La vita, nell'estrinsecazione della propria energia, rappresenta in realtà un consumo più o meno rapido di materiali protoplasmatici e, pertanto, nella sua stessa intimità, una continua morte: la vita s'identifica così con la morte. Ma la morte, empiricamente e praticamente considerata, si riferisce all'estinzione dell'individualità corporea, non tanto nei singoli elementi che la compongono, quanto nelle necessarie correlazioni fra organi e funzioni. Si noti che questo trapasso si compie per gradi e che alla morte d'insieme dell'individualità sopravvivono, per parecchio tempo, gli elementi di singoli tessuti i quali, se trapiantati, possono infatti continuare a vivere. A rigore non si potrebbe dunque affermare che esista un momento preciso in cui sia identificabile la morte d'insieme di tutto l'individuo. Esiste anzi una specie di gerarchia di varia resistenza alla morte tra i differenti organi e i varî tessuti. Il sistema nervoso, per es., sottratto alle condizioni necessarie alla propria vita, si spegne quasi subito, mentre la cartilagine, l'osso, la cute, ecc., possono sopravvivere per un certo tempo alla morte generale dell'individuo. Dobbiamo quindi, biologicamente, distinguere la morte d'insieme da quella dei singoli elementi che compongono un organismo. La morte d'insieme, che rappresenta la vera morte dell'individuo, dipende dalla cessazione delle correlazioni funzionali di quegli organi che sono deputati alla conservazione del necessario ambiente interno della vita cellulare. Noi diciamo che un individuo è morto allorché vengono a cessare le funzioni del respiro, le funzioni del cuore, le funzioni del sistema nervoso, ecc.; funzioni fondamentali e necessarie a mantenere l'equilibrio ambientale dei tessuti e delle cellule in generale.


Si noti ancora che, per quanto appaiano cessate le grandi funzioni del cosiddetto tripode vitale (cuore, polmone e cervello) non sarebbe ancora precisamente accertabile quando, come e perché più non sia possibile una ripresa delle funzioni stesse. La scienza infatti ha dimostrato la possibilità di sospensioni più o meno protratte di queste correlative funzioni, sospensione tuttora compatibile con una loro eventuale ripresa funzionale. La fisiologia ci fa assistere a impressionanti esperimenti di riviviscenza, per es., del cuore, nonché ai mirabili esperimenti sulla funzione di visceri isolati dall'organismo e alla coltura e rigenerazione dei tessuti in vitro, ecc. Del resto ci sono noti gli esperimenti sulla morte apparente di molti organismi inferiori (protozoi, anguillule, rotiferi, ecc.) e la ripresa funzionale di piante e di semi già congelati. D'altronde il cuore e la muscolatura d'un individuo possono continuare per qualche tempo a contrarsi dimostrando l'esistenza di manifestazioni vitali nel caso, per es., di decapitati. Queste considerazioni generali valgano a spiegarci come possano essersi verificati casi, del resto rarissimi, di una morte apparente e come le leggi civili e sanitarie di tutti i paesi contengano disposizioni dirette a evitare i pericoli delle inumazioni precoci e prescrivano, all'uopo, un congruo termine di osservazione delle salme nonché il regolare accertamento del decesso.





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