di GIOVANNA FRANCESCONI
L’Overtoun Bridge in Scozia, nel Dunbartonshire occidentale, non è particolarmente antico e neppure bello, ma la sua fama è globale. Venne costruito dal 1893 al 1895 per collegare la Overtoun House superando l’Overtoun Burn, un torrente che scorre 15 metri sotto. Nessuno al mondo lo conoscerebbe se non fosse per quello che la stampa definisce (in modo ovviamente improprio) “il ponte dei cani suicidi”.
Partiamo da una considerazione:
Nessun cane può pensare di suicidarsi
L’idea del suicidio non la conoscono proprio, neppure i cani che, abbandonati o che hanno perso il padrone, smettono di mangiare e dei quali abitualmente si dice che si lasciano morire rifiutando il cibo. Per il cane il dolore e la disperazione è talmente forte da fargli perdere lo stimolo a cibarsi, accade anche negli uomini, ma loro non sanno, a differenza degli uomini, che questo li porterà alla morte, e continuano ad aspettare il ritorno dell’umano che hanno amato. I cani abbandonati se vengono adottati o coccolati, e quindi se ritrovano qualcuno che dia loro affetto, riprendono a mangiare uscendo dal tunnel.
La leggenda del ponte dei cani suicidi nasce perché dagli anni ’50 ad oggi un numero imprecisato di cani è saltato dal ponte. Qualcuno dice 300, alcuni giornali locali dicono addirittura 600, ma è assai probabile che il numero sia inferiore. Una cinquantina di cani è morta cadendo sulle rocce, i fortunati che sono atterrati sul muschio si sono salvati e a questo punto anche il numero di 300 appare decisamente esagerato.
La leggenda del ponte dei cani suicidi nasce perché dagli anni ’50 ad oggi un numero imprecisato di cani è saltato dal ponte. Qualcuno dice 300, alcuni giornali locali dicono addirittura 600, ma è assai probabile che il numero sia inferiore. Una cinquantina di cani è morta cadendo sulle rocce, i fortunati che sono atterrati sul muschio si sono salvati e a questo punto anche il numero di 300 appare decisamente esagerato.
Per sicurezza comunque è stato apposto un cartello con l’obbligo di condurre i cani al guinzaglio. Molti proprietari hanno riferito che il loro cane sul ponte era agitato, aveva un comportamento strano, la maggior parte era di quelli a “muso lungo” soprattutto Collie (e vorrei anche vedere dato che il collie è il pastore scozzese e il più diffuso in Scozia) e Labrador. I cani col muso lungo hanno un particolare olfatto, superiore a quello dei cani con il muso schiacciato dove il condotto nasale è meno libero, ma bisogna ricordare che l’olfatto del cane è enormemente più sviluppato di quello umano.
Anche l’udito è più sviluppato nel cane rispetto all’uomo, mentre la vista è superiore solo in situazioni di luce scarsa dato che come tutti i carnivori (e il cane derivando dal lupo è un carnivoro, anche se ora è diventato onnivoro) cacciano prevalentemente di notte.
E’ stato a lungo studiato il perché i cani saltino dall’Overtoun Bridge. Non può esserci alcuno stimolo visivo, le spallette del ponte non hanno aperture e i cani hanno paura del vuoto. I cani di salvataggio che devono buttarsi da altezze hanno bisogno di un lungo addestramento, se però un tuffo accidentale è stato divertente possono anche provarci gusto e rifarlo, come i cani che si tuffano in acqua.
Restano quindi gli stimoli uditivi e olfattivi. Dagli esperimenti fatti pare non ci sia alcuno stimolo uditivo, anche se i cani sentono ultrasuoni che noi non sentiamo, l’ipotesi poteva essere buona dato che nelle vicinanze c’è una base militare e gli incidenti sono avvenuti in tempi relativamente moderni quando corrente elettrica e macchinari potrebbero aver causato suoni particolari.
Resta l’olfatto. La zona è piena di tane di piccoli mammiferi e di visoni che emettono secrezioni di odore molto forte e particolare. Potrebbe essere questa la ragione? Sì, potrebbe, ma non si trovano studi sulla stagionalità degli incidenti, anche se questa potrebbe essere assai rilevante. Nei periodi di calore delle femmine i maschi marcano particolarmente il territorio.
La “Società Scozzese per la prevenzione della crudeltà sugli animali” è arrivata alla conclusione che i cani siano quasi “ubriacati” da un insieme di odori molto forti che provengono soprattutto dal lato destro del ponte, lato dal quale la maggioranza dei cani si è “tuffata”.
Non vedendo cosa c’è oltre la spalletta i cani non sanno che dietro al muro c’è il vuoto, pensano di saltare su una superficie come un tavolo con l’arrosto, ma le spallette del ponte non sono piatte, sono arrotondate, il cane si trova sbilanciato su una superficie piccola e in discesa, la caduta è quasi inevitabile.
Non è neppure da sottovalutare lo stato mentale dei proprietari. Centinaia di turisti vanno a vedere il ponte solo ed esclusivamente per la sua fama, dato che non è certo un capolavoro. Il cane capta ogni variazione dell’umore dei padroni, paura, felicità, dolore, quindi in tutti i casi più recenti bisogna considerare che la paura dei padroni venga trasferita sul cane.
E qui arriviamo al punto più interessante, quello commerciale. Chi andrebbe a visitare l’Overtoun Bridge se non fosse per la fama? Nessuno o quasi. Questa fama di “Ponte dei cani che si suicidano” viene pompata dalla stampa, così come la presenza dei fantasmi nei castelli, e porta visitatori.
La gente del posto ha aggiunto alla narrazione anche presenze misteriose, come la White Lady di Overtoun, una delle infinite dame bianche del mondo, ovvero il fantasma dell’infelice moglie del barone John White che, soprattutto in estate, va a caccia attirando i cani giù dal ponte.
Gli attuali proprietari, pur ritenendo che gli incidenti siano dovuti agli odori dei piccoli mammiferi e alla forma delle spallette che provoca la caduta, affermano di credere in presenze spirituali (sarebbe curioso se lo negassero visto che i turisti visitano il post proprio per questo…).
Differente il caso di Kevin Moy, che nel 1994 durante una passeggiata con la moglie e il figlio neonato, senza preavviso alcuno, prese il bimbo e lo buttò di sotto tentando di seguirlo. La moglie riuscì ad acchiappare il marito, ma per il piccolo non ci fu nulla da fare, e resta l’unica vittima umana del ponte. Le ragioni di quell’atto? Moy sostenne che il figlio era l’Anticristo e che il diavolo gli aveva chiesto di rimandarlo nel suo regno. Inutile specificare che Moy fosse dedito a droghe e soffrisse di allucinazioni, vero? Se qualcuno andrà a vederlo, come raccomandato, cane al guinzaglio, comportamento che sarebbe da tenere sempre, in tutti i luoghi.
Non è neppure da sottovalutare lo stato mentale dei proprietari. Centinaia di turisti vanno a vedere il ponte solo ed esclusivamente per la sua fama, dato che non è certo un capolavoro. Il cane capta ogni variazione dell’umore dei padroni, paura, felicità, dolore, quindi in tutti i casi più recenti bisogna considerare che la paura dei padroni venga trasferita sul cane.
E qui arriviamo al punto più interessante, quello commerciale. Chi andrebbe a visitare l’Overtoun Bridge se non fosse per la fama? Nessuno o quasi. Questa fama di “Ponte dei cani che si suicidano” viene pompata dalla stampa, così come la presenza dei fantasmi nei castelli, e porta visitatori.
La gente del posto ha aggiunto alla narrazione anche presenze misteriose, come la White Lady di Overtoun, una delle infinite dame bianche del mondo, ovvero il fantasma dell’infelice moglie del barone John White che, soprattutto in estate, va a caccia attirando i cani giù dal ponte.
Gli attuali proprietari, pur ritenendo che gli incidenti siano dovuti agli odori dei piccoli mammiferi e alla forma delle spallette che provoca la caduta, affermano di credere in presenze spirituali (sarebbe curioso se lo negassero visto che i turisti visitano il post proprio per questo…).
Differente il caso di Kevin Moy, che nel 1994 durante una passeggiata con la moglie e il figlio neonato, senza preavviso alcuno, prese il bimbo e lo buttò di sotto tentando di seguirlo. La moglie riuscì ad acchiappare il marito, ma per il piccolo non ci fu nulla da fare, e resta l’unica vittima umana del ponte. Le ragioni di quell’atto? Moy sostenne che il figlio era l’Anticristo e che il diavolo gli aveva chiesto di rimandarlo nel suo regno. Inutile specificare che Moy fosse dedito a droghe e soffrisse di allucinazioni, vero? Se qualcuno andrà a vederlo, come raccomandato, cane al guinzaglio, comportamento che sarebbe da tenere sempre, in tutti i luoghi.
da: vanillamagazine
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