venerdì 28 ottobre 2022

Il Mistero della Sparizione di Bobby Dunbar: un Caso che divenne "irrisolto" dopo 90 anni

by MATTEO RUBBOLI

Fra il 1912 e il 1913 i giornali statunitensi riportarono in tutto il paese la sparizione di un bambino di quattro anni di nome Bobby Dunbar. Gli investigatori cercarono il bimbo in lungo e in largo, e questi venne trovato circa 8 mesi dopo la sua scomparsa. Anni dopo, quando venne sviluppata la tecnologia delle indagini del DNA, i discendenti di Bobby Dunbar fecero una scoperta scioccante…

La Sparizione

Lessie e Percy Dunbar erano coniugi che vivevano ad Opelousas, in Louisiana. Nel 1908 Lessie diede alla luce un bambino, chiamato Bobby. Quando Bobby aveva quattro anni la sua famiglia decise di recarsi in vacanza nei pressi del lago Swayze, in Louisiana, per una battuta di pesca.

Il 23 agosto del 1912 Bobby scomparve

Come spesso accade ai bambini, si allontanò inosservato, e non fu più visto. I genitori contattarono immediatamente la polizia, che si attivò per trovare il piccolo.

I volontari che cercarono il ragazzo furono molteplici, ma di Bobby non c’era più traccia. Il primo pensiero fu che Bobby fosse stato mangiato da un alligatore, e molti animali furono purtroppo uccisi per ispezionarne la pancia alla ricerca del cadavere. Nel lago vennero addirittura gettati degli esplosivi per far emergere il corpo.

Niente, di Bobby non si trovò neanche un capello

Gli investigatori individuarono però una serie di impronte di piedi nudi che portavano ad una ferrovia al di fuori delle paludi. Gli abitanti della zona affermarono che in zona si aggirava un uomo dalle strane abitudini. I Dunbars e la polizia giunsero a una conclusione univoca:

Il bambino era stato rapito

Il padre di Bobby, Percey, assunse un detective privato e fece inviare ai funzionari di tutte le città la cartolina con la fotografie di Bobby, dal Texas sino alla Florida. Le cartoline riportavano la descrizione:

“Con grandi e tondi occhi blu, capelli chiari dal tono scuro, carnagione molto chiara con guance rosee, ben sviluppato, robusto ma non troppo grasso. Un alluce del piede sinistro è gravemente sfregiato da una bruciatura di quando era ancora infante“.

Il ritrovamento

Nel mese di aprile del 1913, quasi un anno dopo la sparizione, la polizia federale ricevette una lettera dalla città di Hub, in Mississippi, dove un uomo di nome William Cantwell Walters aveva in custodia un ragazzo che corrispondeva alla descrizione di Bobby. L’uomo affermò che il ragazzo si chiamava Charles Bruce Anderson, e che lo aveva ricevuto in custodia dalla madre del bambino, Julia. Walters fu arrestato in quanto la polizia non credette alla sua storia.

I Dunbar si recarono immediatamente ad Hub al fine di riconoscere il ragazzo. Quando i genitori videro il bambino non erano del tutto sicuri che si trattasse del proprio. Dopo aver fatto un bagno al piccolo, Lessie affermò che era, con certezza, Bobby. I giornali pubblicarono storie contrastanti che descrivevano l’incontro fra Charles e i Dunbar. Alcuni scrissero che non riconobbe il fratello, e che tutto ciò che fece era piangere, per tutto il tempo degli incontri. Un altro quotidiano, più positivista, scrisse che Charles gridò immediatamente “Mamma” alla vista di Lessie. Alla fine i Dunbars portarono il bambino ad Opelousas, festeggiando il suo “ritorno a casa”.




In seguito al trambusto creato dal ritrovamento, una donna di nome Julia Anderson si recò ad Opelousas per rivendicare la maternità del piccolo. La polizia le mise di fronte una linea di ragazzi della stessa età e con un aspetto simile a quello di suo figlio. La donna non fu in grado di identificare il bambino e Charles tornò a casa con i Dunbar. Un tribunale stabilì che il bambino dovesse vivere con la famiglia, e il piccolo Charles divenne definitivamente “Bobby Dunbar”. Visse una vita normale, si sposò ed ebbe quattro figli, morendo nel 1966.

Dopo un processo di due settimane, Walters fu condannato all’ergastolo per il rapimento del bambino. Dopo due anni fu comunque rilasciato in quanto si ritenne che avesse “pagato” già abbastanza per questo caso.

L’esame del DNA

Novant’anni dopo il rapimento di Bobby, nel 2004, la nipote dell’uomo, Margaret Dunbar Cutright, decise di indagare riguardo la propria ascendenza familiare. La Cutright iniziò la ricerca per affermare con certezza che Bobby fosse il proprio nonno sanguigno, ma le prove la smentirono. Nel 2004, dopo che un reporter dell’Associated Press avvicinò la famiglia, Bob Dunbar Jr. acconsentì a subire il test del DNA per risolvere la questione.

I test dimostrarono che Dunbar Jr. non era cugino di sangue del cugino presunto, il figlio di Alonzo Dunbar, fratello minore di Bobby Dunbar Sr. Dal momento che il test del DNA è da ritenersi conclusivo, il destino del vero Bobby Dunbar, scomparso al lago Swayze nel 1912, rimane completamente sconosciuto.

Nel marzo del 2008, “This American Life” di Public Radio International fece un programma sulle tracce “del fantasma” di Bobby Dunbar, un documentario radiofonico che riguardò le indagini sul caso da parte di Margaret Dunbar Cutright. La donna espresse la propria opinione, e sostenne che, con ogni probabilità, il vero Bobby Dunbar cadde nel lago Swayze durante la vacanza, e fu mangiato da un alligatore. Ella sostenne che la sua indagine portò felicità alla famiglia di Julia Anderson e a quella di William Walters, in quanto entrambi furono riabilitati. La donna espresse anche un grande dispiacere per aver diviso nettamente la propria famiglia, in quanto i nipoti del nonno si sentivano legittimamente dei Dunbar anche se, a livello sanguigno, non lo erano.





da: vanillamagazine

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