Alessandro Allori o Giovanni Maria Butteri
Santa Caterina de' Ricci che atterra i figli di Babilonia (1588-90)
Collezione della Cassa di Risparmio di Firenze
.
Si narra che Santa Caterina de’ Ricci, fu personalità di spicco durante tutta la sua vita; aveva fama di mistica e molti ritenevano che fosse una santa vivente e per questo veniva raffigurata come tale ben prima della sua canonizzazione ufficiale.
L’opera che raffigura Santa Caterina de’ Ricci che atterra i figli di Babilonia, molto probabilmente fu interamente realizzata mentre la donna effettivamente era ancora in vita.
La celebrità sociale di cui godeva Santa Caterina de’ Ricci è ben visibile da questo dipinto, che la rappresenta proprio nelle vesti di una santa con la testa contornata dall’’aureola, segno inequivocabile dello status.
Caterina de’ Ricci che scaglia i figli di Babilonia contro una pietra si rifà alla citazione del Salmo 136 della Bibbia che recita infatti: “Ricordati, Signore, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme dicevano, distruggete, distruggete anche le sue fondamenta. Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto! Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra”.
Benché i bambini rappresentati nel dipinto siano una chiara allegoria che vuole rappresentare gli avversari della Chiesa, la scena fatica a celare un messaggio oltremodo paralizzante alla vista, per l’estrema crudeltà e apparente inespressività con la quale la de’ Ricci svolge l’intera azione del lancio brutale dei piccoli contro il piedistallo in pietra.
E non da meno è la scena che, questa volta statica, fa da sfondo alla scena in primo piano con Santa Caterina de’ Ricci che sovrasta quasi l’intera scena; i bambini già uccisi, abbattuti sulla nuda pietra, giacciono ormai privi di vita mentre quelli già uccisi giacciono privi di vita e colorito in una sorta di casuale e orrenda pila.
Quello che senz’altro in questo quadro attrae maggiormente è senza ombra di dubbio la furia della donna, nella sua inusuale pienezza fisica, dipinta in presenza e stabilità, rappresentante anche questa tipologia di fisicità un’ulteriore allegoria personificante uno dei sette peccati capitali: l’Ira.
L’intera rappresentazione pittorica sembra quasi veicolare le gestualità estremizzate di una pazzia assoluta di una pazzia funesta dalla quale sembra difficile liberarsi.
Notevole impressione suscitano i corpi dei bambini, colpevoli di essere figli della corrotta città di Babilonia, distesi a terra ammassati, inermi, con gli evidenti segni dei colpi, già completamente avvolti dall’eterno pallore della morte.
da: arte.icrewplay
Nessun commento:
Posta un commento