I furbi scendono la corrente come pesci bianchi
sulla cresta d’acque blu, oltre le rapide.
I furbi, con le loro gole e sopracciglia da furbi,
i loro furbi peli nel naso, entrambe le scarpe allacciate,
tutte le tragedie cancellate, denti splendenti.
I furbi non si scompongono. Anche le loro morti sono morti al quadrato,
furbi, furbi, furbi.
Hanno case migliori, auto migliori, risate migliori.
Persino i loro incubi sono sogni sgargianti.
Questi furbi ti siedono di fronte, con un sorriso pulito, che li riempie,
fianco i capelli sprizzano nitore.
Quanto ho vissuto e quanti ne ho visti.
Sapete cos’è davvero la morte?
E’ uno di questi furbi rottinculo che ti stringe la mano e ti abbraccia.
Sapete davvero cos’è la morte?
Venite a vedermi mentre allungo la carta di credito
al cameriere disprezzandovi. O peggio.
. . .
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