Detail of Vision of Saint Francis of Assisi, Jusepe de Ribera, 1638

sabato 18 agosto 2018

CLAUDIO LOLLI - HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI



IN PIEDI, PASSA CLAUDIO LOLLI, L’ANARCHICO DELLA CANZONE

E’ stato snobbato da tv, da critici e dal grande pubblico, ma siamo certi quell’anima anarchica si prenderà il posto che gli spetta nel cuore dei grandi ideali, delle parole che animano idee, speranze e il grande cuore di chi non si arrende per cambiare. E quanti hanno avuto fortuna e costanza di ascoltare le sue canzoni,o di conoscerlo, da oggi hanno un motivo in più per ricordarlo e ringrazialo.Il “grande freddo” è stata la sua ultima canzone testamento perchè lui – Claudio Lolli- ormai non si ritrovava più in un momento senza dialogo reale, tra parvenze social, del sembrare e apparire più che essere, senza ideali e con una galassia di ipocrisie tra gli adepti sulla strada dell’effimero e prezzolato successo della Maria nazionale, dei boy scout fiorentini rubagalline e dei sultani da olgettine. Claudio ci ha lasciati a 68 anni dopo una malattia che via via l’ha consumato. Abbiamo avuto fortuna e privilegio, con poche decine di fans della Prima Repubblica, di incontrarlo una serata a Brienza il 5 agosto 2011 per la rassegna Anni Ribelli-Le Notti al Castello – diretta da Raffaele Cascone – con i protagonisti di un periodo di fermento, difficile, conflittuale compreso tra il 1967 e il 1977. Ero con l’amico medico, divoratore di testi impegnati, e non solo musicali, Leonardo ”Dino” Trentadue di Ferrandina, che mi ha chiamato nella serata di un venerdì 17 agosto 2018 per chiedermi conferma della ferale – e purtroppo -vera notizia. Alla guida della vecchia e affidabile Fiat Tempra, con una musicassetta dei Nomadi ( Dino ha conosciuto a Ferrandina durante i concerti Augusto Daolio e Beppe Carletti) raggiungemmo il comune basentano e ci dirigemmo in piazzetta a ridosso del piccolo palco dove incontrammo Claudio, prima che cominciasse il concerto insieme ai suoi accompagnatori. Paolo Capodacqua e Nicola Alesini. Fu felice di farsi una chiacchierata con vecchi fans e Dino, con occhio clinico gli disse e gli consigliò di riguardarsi, mettendo da parte vecchi vizi e stili di vita. Un sorriso, come per dire “grazie ma tiro dritto” e poi una bella chiacchierata su canzoni, ideologie, prospettive e giudizi sull’Italia borghese…su quella ”borghesia” che Claudio indicò quasi scherzandoci sù e qualche pausa che ancora c’è …”pur piccina piccina che tu sia”. Reminiscenze sessantottesche? Amara realtà. Bevve un altro goccio incrociando lo sguardo severo, ma fraterno, di Dino e poi ci salutammo per l’avvio del concerto, mentre teneva in mano fogli di testi e di canzoni che si apprestò a leggere tra ricordi e sforzi di memoria. Il pubblico era quello dei fedelissimi e tra di di loro anche alcuni giovani, che con la rassegna Anni Ribelli avevano avuto modo -grazie all’intuizione di una intellighenzia locale da area di rifondazione- di ascoltare personaggi, gruppi e cantanti simbolo di quel decennio. Fatto di ”anni formidabil” per dirla con Mario Capanna, finito in altra dimensione… dopo l’esperienza di militanza proletaria. Per questo ricordiamo, per esempio alcuni versi del cantante bolognese Claudio Lolli come ” Collegato d’amore alle masse ,più cultura, più lotta di classe” tratto da ” Autobiografia Industriale”. Ma non possiamo dimenticare il long playing, o 33 giri, in puro vinile ” Aspettando Godot” con uno stralcio dell’omonimo brano ” Giorni e giorni a quei tavolini, gli amici e le donne vedevo vicini, io mi mangiavo le mani però, non mi muovevo e aspettavo Godot ” o la celeberrima ”Borghesia” con “Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sianon so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.Sei contenta se un ladro muore o se si arresta una puttanae la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana. Per finire al grande freddo che ci portiamo dentro , tra poche cose da dire e sentire a meno che non rincorrere gli ‘zingari felici”. Non aggiungiamo altro. E vi invitiamo a riascoltare se l’avete dimenticato o ad ascoltare per la prima volta il grande freddo o a rileggere la recensione http://giornalemio.it/cultura/e-tornato-lolli-per-vincere-il-grande-freddo/ pubblicata il 13 giugno 2017. Per un attimo ce lo siamo sentito accanto, con la sua “borghesia” piccina piccina. Ciao Claudio. Canta felice nella dimensione che hai sempre cercato e nonostante tu non abbia ritirato il premio Luigi Tenco. Ma forse pregustavi un duetto con lui, precursore incompreso che prima di te aveva vissuto il grande freddo.


FRANCO MARTINA — 17 AGOSTO 2018 da: giornalemio.it




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