Lorenzo Lotto - Deposizione nel sepolcro (ca. 1512)
Olio su tavola - 298 × 197 cm - Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea, Jesi
Lorenzo, anticonformista, visse una vita di emarginazione dal contesto lagunare dove nacque e un pà ovunque si trovasse.
Soggetto sofferto, introverso e umorale trascorse un breve periodo anche a Roma alla corte papale.
L'impatto con la corte pontificia e la grande "officina" romana, dove lavorano il marchigiano Bramante, i lombardi Bramantino e Cesare da Sesto, i senesi Sodoma e Domenico Beccafumi, Michelangelo e soprattutto Raffaello con i suoi allievi (a fianco del quale dovrebbe aver lavorato), si pensa sia stato sconvolgente per il talentoso ma schivo Lorenzo.
Abbandonata la corte papale in fretta e furia, per motivi ignoti ma probabilmente legati appunto a questo ambiente artistico a lui non congeniale, se non ostile, Lorenzo si rifugiò nelle Marche.
La Deposizione nel sepolcro è opera diquesto periodo.
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