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Argentina, Mapuche contro Benetton: storia di un giovane guerriero
RIO DE JANEIRO - Il simbolo della battaglia per il Paradiso è un uomo di 30 anni, lo sguardo fiero, gli occhi neri e profondi, il viso e la bocca circondati da un filo di barba. Si chiama Facundo Jones Huala. Da 12 mesi è in carcere. L’Argentina e il Cile lo considerano un terrorista. Il secondo lo vuole, la prima rifiuta di estradarlo. Lui si dichiara un combattente della libertà. È il leader dei Mapuche, l’ultimo esponente di una stirpe indigena che tra il 1600 e la fine dell’800 dominavano la Patagonia prima di essere spazzati via dagli argentini. La loro terra era una fascia ininterrotta che si estendeva dalla costa atlantica a quella pacifica.
Da due anni, assieme ad una comunità ridotta a poche migliaia persone, questo giovane guerriero guida una lotta che sembrava impossibile, arcaica, slegata alle dinamiche politiche ed economiche che reggono gli equilibri tra gli Stati moderni. Ma la presenza del Gruppo Benetton su un territorio di 900 mila ettari dove pascolano quasi 100 mila pecore che forniscono il 10 per cento della lana pregiata con cui si fabbricano i capi della nota casa d’abbigliamento di Treviso ha acceso uno scontro che si trascina in silenzio da almeno un secolo.
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leggi anche qui l'articolo "TERRITORIO MAPUCHE" su "Brescia Anticapitalista"
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