giovedì 16 maggio 2013

Wislawa Szymborska


Wislawa Szymborska - Sulla morte, con misura


Non capisce gli scherzi, non sa nulla
di stelle, di ponti, di miniere,
è incapace di tessere, di coltivare i campi,
di costruire navi, di cuocere dei dolci.

Nel nostro conversare di progetti futuri
infila la sua ultima parola
fuori tema.

Non sa neppure compiere
ciò che direttamente riguarda la sua arte:
non sa scavare tombe,
nè inchiodare una bara,
nè rimettere in ordine quando sgombera.

Occupata ad uccidere
lo fa maldestramente,
senza metodo e pratica.
Come se ognuno di noi
stesse imparando a fare il suo mestiere.

I trionfi sono certo trionfi,
ma sconfitte quante,
colpi falliti,
prove ripetute!

A volte le mancano le forze
per far cadere una mosca giù dall' aria.
Se striscia con un bruco, spesso
le accade di perdere la gara.

E tutti quei baccelli, bulbi,
antenne, piume, bronchi,
piumaggi nuziali e invernali mantelli
testimoniano il ritardo
del suo lavoro sbadato.
Non basta la cattiva volontà.

E persino il nostro aiuto
con rivolgimenti e guerre
finora - è stato insufficiente.

Cuori pulsano nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Le sementi producono
le prime foglioline
e anche i grandi alberi che stanno all' orizzonte.

Chi afferma che la morte è onnipotente
è la vivente smentita
al proprio credo.

Non c' è una sola vita
la quale per un attimo
non sia stata immortale.


La morte
arriva sempre tardi su quell' attimo.

Invano tormenta le maniglie
di invisibili porte.
Quanto fu conquistato
non può più riprendersi.

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