da "Come un romanzo" di Daniel Pennac
I diritti imprescrittibili del lettore.
1. IL DIRITTO DI NON LEGGERE
(…) La maggior parte dei lettori si concede quotidianamente il diritto di non leggere. (…) Tra un buon libro e un brutto telefilm, il secondo ha, più spesso di quanto vorremmo confessare, la meglio sul primo. Inoltre, non leggiamo sempre. I nostri periodi di lettura si alternano sovente a lunghi digiuni (…)
(…) La libertà di scrivere non può ammettere il dovere di leggere (…)
2. IL DIRITTO DI SALTARE LE PAGINE
Ho saltato delle pagine (…). E tutti i ragazzini dovrebbero fare altrettanto. In questo modo potrebbero buttarsi prestissimo su tutte le meraviglie ritenute inaccessibili per la loro età. (…)
Un grave pericolo li minaccia se non decidono da soli quel che è alla loro portata saltando le pagine che vogliono: altri lo faranno al posto loro. (…)
(…) E poi, anche una volta “grandi”, e anche se ci ripugna ammetterlo, ci capita ancora di “saltare delle pagine”, per ragioni che riguardano solo noi e il libro che stiamo leggendo. (…)
3. IL DIRITTO DI NON FINIRE IL LIBRO
Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell’autore, uno stile che ci fa venire la pelle d’oca (…) Inutile enumerare le 995 altre ragioni, fra le quali si debbono tuttavia annoverare la carie dentale, le angherie del capoufficio o un terremoto del cuore che ci paralizza la mente. (…)
(…) Contrariamente alle buone bottiglie, i buoni libri non invecchiano. Ci aspettano sui nostri scaffali e siamo noi ad invecchiare. Quando ci riteniamo abbastanza “invecchiati” per leggerli, li affrontiamo un’altra volta. Allora possono succedere due cose: o l’incontro ha luogo o è un nuovo fiasco. Forse tenteremo ancora, forse no (…)
4. IL DIRITTO DI RILEGGERE
Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un’altra angolazione, rileggere per verificare (…) Ma rileggiamo soprattutto in modo gratuito, per piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro (…)
5. IL DIRITTO DI LEGGERE QUALSIASI COSA
(…) ci sono “buoni” e “cattivi” romanzi.
Molto spesso sono i secondi che incontriamo per primi sulla nostra strada.
E, parola mia, quanto toccò a me, ricordo di averli trovati “belli un casino”. Ma sono stato fortunato: nessuno mi ha preso in giro … Qualcuno ha solo lasciato sul mio passaggio qualche “buon” romanzo guardandosi bene dal proibirmi gli altri. (…)
6. IL DIRITTO AL BOVARISMO
E’ questo, a grandi linee, il “bovarismo”, la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazione: l’immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l’adrenalina che sprizza, l’identificazione che diventa totale (…)
7. IL DIRITTO DI LEGGERE OVUNQUE
(…) Il segreto pesa un bel po’ nella tasca destra della tuta mimetica: 2900 pagine del volume che la Pléiade dedica alle opere complete di Gogol’. Un quarto d’ora di strofinaccio per una mattinata di Gogol’… Ogni mattina da due mesi di inverno, comodamente seduto sul trono nella ritirata chiusa a doppia mandata, il soldato Tizio vola ben al di sopra delle contingenze militari (…)
8. IL DIRITTO DI SPIZZICARE
E’ la libertà che ci concediamo di prendere un volume a caso della nostra biblioteca, di aprirlo, dove capita e di immergercisi un istante, proprio perché solo di quell’istante disponiamo. (…)
9. IL DIRITTO DI LEGGERE A VOCE ALTA
L’uomo che legge a viva voce si espone completamente agli occhi che lo ascoltano.(…)
10. IL DIRITTO DI TACERE
L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. (…)
(…) le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.
immagine di Jacek Yerka - BibleDam
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