M.C. Goodwin - Death Quit

giovedì 14 febbraio 2013

Alfredo Todisco


da Odio d´amore di Alfredo Todisco

Nel rientrare a casa a Milano il primo pensiero fu di ascoltare la segreteria telefonica sperando in un improbabile messaggio di Carina. Niente. Ma l’ultima delle poche chiamate mi riservò una sorpresa: era di Michela che nel nostro viaggio di ritorno aveva pensato a mia insaputa, di augurarmi il ben tornato da Algeri, di farmi trovare un saluto affettuoso nel momento in cui rimettevo piede nel mio quartiere solitario. Ecco un gesto tenero a cui Carina non sarebbe venuto in mente di abbandonarsi neanche se avesse vissuto molte altre vite. Quel silenzio, che solo una ostinazione insana avrebbe potuto non aspettarsi, lo vissi come la cupa ed eloquente conferma della sua decisione di non tornare sui suoi passi, anzi di sparire senza lasciare la più piccola traccia sulla sabbia di quel Tenerè in cui la nostra relazione si era trasformata dopo i palpiti, i sospiri, le schermaglie, le delizie di cui ancora percepivo i fantasmi abitanti nell’aria delle mie stanze. Peggio, mille volte peggio che se fosse morta. Perché al venir meno della donna amata anche il ricordo struggente delle ore felici respirate insieme pian piano si rassegna alla sepoltura, mentre è atroce sapere che lei esiste e pulsa dentro una nuova vita tutta sua: gioisce e si affanna, ama, odia, fantastica, spera, pensa, esplora, non in un altro mondo, ma in questo, nello stesso mondo dell’innamorato, e nel quale tutti possono entrare e soggiornare, tranne lui.


immagine: foto di Brett Walker

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