M.C. Goodwin - Death Quit

lunedì 3 ottobre 2011

da Fortress Europe

Quando nei testi di scuola si leggerà che negli anni duemila morirono a migliaia nei mari d'Italia e a migliaia vennero arrestati e deportati dalle nostre città. Mentre tutti fingevano di non vedere.

Sapevate che alcuni agenti della Guardia di Finanza a Lampedusa andavano a caccia dei tunisini indossando maglietta con su scritto “G8 2001, IO C'ERO"? E che tra i poliziotti c'era chi sotto l'uniforme indossava la maglietta con l'aquila nera e la scritta “MERCENARI”? Qualcuno penserà che siano dettagli. Secondo me invece dà la misura di dove siamo arrivati. La frontiera è ormai fuori controllo. Senza legge e senza informazione. Affidata a squadre di picchiatori esaltati. Gli stessi torturatori responsabili del macello di Genova, delle continue morti sospette in carcere e nei commissariati (vedi Cucchi, Uva, Aldrovandi...), e dei sempre più frequenti pestaggi nei centri di identificazione e espulsione (Cie). Anche se poi va detto che nei giorni della reconquista lampedusana gli agenti non erano gli unici a picchiare. Perché con le spranghe in mano c'erano anche gli operatori della "Lampedusa accoglienza". I testimoni però sono pochi. Perché i giornalisti sono stati tenuti alla larga: intimiditi e addirittura malmenati. Tanto le immagini alle redazioni le forniva direttamente la questura. A spiegarci come ha funzionato la censura in quei giorni è di nuovo Alessio Genovese, uno dei pochi fotografi che era sull'isola e che è rimasto insieme ai ragazzi tunisini fino alle violentissime cariche della polizia. Gli abbiamo chiesto di ritornare su quei fatti. La gravità di quanto accaduto lo impone.
Puoi leggere qui, sul blog di Gabriele Del Grande, la sua testimonianza.

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