Detail of Vision of Saint Francis of Assisi, Jusepe de Ribera, 1638

lunedì 9 maggio 2011

9 maggio 1978: Peppino Impastato

 
33 anni fa moriva assassinato Peppino Impastato, dopo una vita trascorsa a combattere il silenzio, l'omertà e l'indifferenza. La mafia credeva di prendersi così la sua stupida rivincita, ma dovette sbagliare i calcoli se adesso siamo ancora qui a parlarne.
Sono 33 anni.
33 anni di vuoto, in una vita che poteva essere e non è più.
Era il 9 maggio del 1978, quando questo ragazzo fu fatto saltare in aria, sulla linea ferrata Palermo-Trapani.
Aveva trent’anni.
Se l’era presa con "Tano Seduto" Badalamenti, boss di Cinisi.
Il 14 maggio dello stesso anno, già morto, Peppino fu eletto consigliere comunale a Cinisi. Commovente, quanto inutile.
Negli anni a seguire, tutta una serie di depistaggi rallentarono le indagini sui mandanti e gli esecutori del suo assassinio. E fu così che solo l’11 aprile del 2002, Gaetano Badalamenti fu condannato all’ergastolo per quel terribile scempio. Anche questa volta, forse, una condanna inutile. Morì due anni dopo.
9 maggio 2008: il filo della memoria si assottiglia. Il nostro Paese sembra fagocitato da altri problemi. La mafia è ancora là, è ancora qua. È dappertutto. Peppino non c’è più, non c’è più la sua Radio Aut, anche se, per un giorno, rivivrà sulle frequenze di Primaradio di Cinisi.
Facile cadere nella retorica, inutile pure questa.
L’unica via è affidarsi alle parole dello stesso Peppino:

Seduto se ne stava
e silenzioso
stretto a tenaglia
tra il cielo e la terra
e gli occhi
fissi nell'abisso
 
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