Detail of Vision of Saint Francis of Assisi, Jusepe de Ribera, 1638

martedì 7 settembre 2010

L'imbalsamazione moderna

liquidi usati per l'imbalsamazione nei primi del novecento
.
Oggigiorno, l'imbalsamazione è destinata soprattutto alla preservazione di animali morti (trofei di caccia o animali ornamentali, ad esempio i fenicotteri, che furono di gran moda in Italia negli anni trenta, impagliati o proprio imbalsamati). In questo contesto essa viene anche detta tassidermia (dal greco: "mettere in ordine" + "la pelle"), in quanto lo scopo è soprattutto quello di conservare pellicce o piumaggio dell'animale morto.
Non mancano comunque ancor oggi applicazioni per la conservazione di cadaveri umani. Ad esempio, nella laica Unione Sovietica la salma di Lenin è stata imbalsamata.
La moderna imbalsamazione si giova della scoperta della formaldeide, ad opera del chimico August Wilhelm von Hofman (1867). Questa sostanza, poi evoluta nella formalina, soppiantò l'allora usato arsenico.
Dopo l'immersione in liquidi battericidi, alcune sostanze derivate dalla originaria formaldeide vengono immesse nel cadavere con appositi macchinari, che ne riempiono l'intero sistema vascolare e parte di quello linfatico. Per prevenire il rigor mortis, i tendini degli arti vengono recisi. Le palpebre vengono cucite così che l'occhio resti chiuso (in talune tecniche l'occhio viene asportato e sostituito da globi metallici). Anche la bocca viene cucita per le labbra, ma solo al termine dell'otturazione di tutte le aperture del corpo con ovatta medicata. Tutte le chiusure sono poi sigillate, oggi con derivati siliconici, per prevenire la fuoriuscita di liquidi.
L'imbalsamazione, umana o animale, è vietata da talune legislazioni anche occidentali, come nel caso dell'Olanda.
.
.

Nessun commento: