venerdì 10 settembre 2010

chiusevirgolette


Giorgio Ambrosoli ha ancora l’aria fiera e lo sguardo gentile, nonché i quattro buchi della .357 Magnum di William Aricò. Intervistato dalla trasmissione “La storia siamo noi” sul perché sia stato ucciso quell’11 luglio 1979, l’”eroe borghese” risponde così: «Questo è molto facile: sono diventato il nemico di Sindona, ma non l’amico dei potenti. Ho pestato i piedi a troppa gente che sta nel Palazzo, tra cui Andreotti. Ora, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo è che il senatore è una persona che in termini romaneschi ha le mani sporche di sangue». Immediate le proteste del mondo politico e della criminalità organizzata, che hanno parlato di «battuta agghiacciante», definendo l’ex avvocato «cornuto» e «bastardo».
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