lunedì 30 agosto 2010

Amelia Rosselli, da "Variazioni" (1960-61)


Stesa a terra pugnalavo il mio miglior amico. Ma gli affari
restavano quelli che erano. Risollevavo il miglior amico
ed egli mi piantava una grana che non finiva più, luce
negli orecchi che non si scandalizzavano. Finiva la gran
gloria in una bottiglia di cognac. In una bottiglia di
cognac finiva la parabola del pescecane che non ammetteva
disordine. L'ascesi era finita ma il gran dio non si sobbarcava
facilmente a grandi fatiche inutilmente. Gli alberi tornando
a casa erano delicatissimi. Io ero delicatissima tornando
a casa! io giacevo supina come una mosca imbrattata di
miele. Lui era il mio re debolissimo io la sua regina imbrattata
di sangue. Tu sei il mio re debolissimo imbrattato di porpora!

Chiudiamo un occhio su delle camorre dei pittori. Chiudiamo
le palpebre su delle camiciette delle signore. Chiudiamo
bottega e spariamo. Spariremo nella bruma con la revolverata
discesa a terra.

Amelia Rosselli, Parigi, 28 marzo 1930 – Roma, 11 febbraio 1996
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